Secoli di storia, arte ed estetica ci hanno insegnato che i canoni della bellezza femminile attraversano stilemi interni alla società complessi e contrastanti.
Una delle figure più antiche che incarna maternità e femminilità è la Venere di Willendorf (IMG 1).
IMG 1 La Venere di Willendorf (Immagine tratta da Wikipedia)
La Venere di Willendorf
Conservata presso il Naturhistorisches Museum di Vienna, la statuetta di 11 cm rinvenuta nel 1908 dall’archeologo Josef Szombathy, rappresenta l’immagine della fertilità e della maternità. Utilizzata anche per fini propiziatori, la figura rende l’idea della madre Suprema, ovvero la Madre Terra. La prosperità della statuetta, simboleggiata da seni e ventre prorompente, si esplica secondo canoni chiaramente non raffrontabili nella nostra società, laddove le forme soddisfacenti ricondurrebbero ad un’immagine di sessualità fine a se stessa ( quella bellezza che, in termini Decadentisti, propri di Oscar Wilde o Gabriele D’Annunzio, definirebbe l’ estrinsecazione del concetto “art for art’s sake”, ovvero l’arte finalizzata all’arte stessa).
Nonostante alcune forme femminili andrebbero contestualizzate nell’ambito di una tale società e cultura, esistono lezioni Freudiane che ci insegnano come alcuni tratti della psicologia umana collimino in un universale apprezzamento di un corpo femminile sinuoso, morbido ( ammesso che il termine possa configurarsi come giusto), prosperoso. Tale apprezzamento si manifesta nel sovrapporsi di femminilità, maternità e sensualità. È infatti impossibile negare che avere dinanzi un corpo prosperoso suscita nello spettatore un’idea che incarna sessualità, bellezza ed infine, come dimostra la Venere di Willendorf, una maternità intrinseca di ogni donna. Con questo non si vuole negare la pienezza raggiunta da una donna avulsa dal desiderio materno e questo articolo vuole infatti dimostrare come una donna può scindersi dall’aspetto materno per sentirsi perfetta, così come una donna in dolce attesa può esprimere la sua bellezza e sensualità.
IMG 2 La nascita di Venere ( Immagine tratta da Studenti.it)
Un’altra immagine famosa che segna un’altra tappa nel percorso dell’arte che ritrae il bello femminile è la “Venere di Botticelli” (IMG 2)dell’omonimo autore. Si tratta di una tempera su tela di Lino, risalente al 1485, che simboleggia la nascita della Dea da una conchiglia. In quest’ immagine Venere sembra essere imbevuta di grazia e non è un caso che l’autore abbia scelto per la divinità una capigliatura bionda, simbolo di purezza. Vengono coperte le parti intime per rendere la donna ( ovvero la Dea) scevra da qualsiasi afflato sessuale, terreno e passionale. Il suo sguardo, quasi nel vuoto, a rappresentare il discernimento di cose più alte e sconosciute ai più.
Non basterebbe un’opera miscellanea o comunque più approfondita per passare in rassegna le immagini che simboleggiano l’evoluzione della femminilità per questo, dopo questo accenno, passiamo ad analizzare tratti più salienti che mettono fine ad alcune tradizionali immagini di una donna madre.
L’inizio di una favola infinita: la gravidanza, difficoltà ad accettarsi e femminilità
Se torniamo di un ventennio indietro, non ci sarà mancato di osservare una donna al mare con un gran pancione, rigorosamente coperto da una maglia o da un pudico costume intero, a significare che il mutamento corporeo ha privato la donna della sua sensualità, confinandola alla sola figura di madre.
Così come non sarà mancato di dare ascolto a commenti pregiudizievoli e poco eleganti volti ad una donna in bikini, tutta intenta a mostrare quel magico involucro che protegge una vita che sta per sbocciare.
Innumerevoli sono le difficoltà psicologiche che imbevono l’anima di una madre che sta investendo tutte le energie a disposizione per fare crescere in salute il proprio bambino. Ed è così difficile stabilire cosa sia giusto o cosa sia sbagliato, ma l’importante è ricordare che sentirsi a proprio agio con sé stesse è ciò che conta veramente.
Shooting in gravidanza
Una delle importanti novità che stanno caratterizzando la nostra idea di madre è lo shooting prenatale. Immagina di sentirti una diva che calca la strada dei camerini immersa in trucco e parrucco. È un’immagine di serenità nella quale ogni donna dovrebbe mostrare la propria sicurezza ed il sentirsi a proprio agio anche con 6, 8 o 10 kg in più. Ma sarà sempre semplice?
“Allora sarai madre, impara ad accantonare la tua vita privata”
Quante donne, forse la maggior parte, delle donne gravide hanno dovuto sopportare consigli indesiderati ed avvertimenti indiscreti da parte di chi vede nella maternità la tomba della propria personalità. Beh, ciò che fa davvero riflettere è che questi “alert” vengono rivolti solo alle madri come se la figura del papà fosse ancora confinata all’idea del professionista in carriera in opposizione ad una figura femminile stremata da pregiudizi morali duri a morire.
Abbiamo il diritto di sentirci madri e donne
Desiderata o non desiderata, sofferta, tranquilla, una gravidanza costituisce una tappa importante nella vita di ogni donna, ma non costituisce un obbligo per nessuno. Sentirsi madri e continuare a sentirsi donne è un diritto acquisito che nessuno può negarci e questa società non sempre è capace di rispondere correttamente alle nostre esigenze nel più ineccepibile dei modi.
Siamo donne, a volte madri.
Siamo madri e non ci sentiamo più donne.
Siamo materne quando non vorremmo esserlo.
Siamo sfacciate, sexy ed intolleranti in una società bigotta ed obsoleta.
Siamo donne, lasciateci decidere se diventare madri.
Siamo donne, lasciateci vivere secondo la nostra inclinazione e se decidiamo di essere madri lasciateci il diritto di continuare a sentirci donne.
Questo articolo ha il solo scopo di sensibilizzare a sentirsi sempre bene con noi stesse, oggi, nel giorno della festa della mamma. Per evitare di dimenticare che questa figura ci appartiene, ma non rappresenta il fine ultimo della nostra essenza ed ognuna di noi dovrebbe sentirsi in diritto di scegliere chi essere nella vita.
IMG 3 Bellezza al bagno( Immagine tratta da Alamy)