
Le vicende dei minori scomparsi sono, al giorno d’oggi, enigmi spesso senza una chiara risoluzione. Restano nell’immaginario collettivo rinchiusi in una bolla temporale, che cristallizza le vittime, rendendoli immuni al trascorrere del tempo. I volti non invecchiano, sono Fiori freddi, così come li definisce l’autrice di questa storia nera.
Emma è una giovane psichiatra, dotata di un fiuto straordinario, complice una serie di brevi premonizioni in cui i protagonisti di tragedie, prendono vita per suggerirle piste o concederle indizi.
Le vite sospese dei bambini scomparsi, ossessionano il suo quotidiano, non le danno tregua, fino a quando i puzzle si ricompongono, creando una tela su cui iniziare a disegnare una possibile soluzione.
Emma è un consulente tecnico del tribunale penale, concilia con difficoltà i suoi lampi, con la normale routine diaria. Orfana di entrambi i genitori, non sa darsi pace per il vuoto sentimentale che è costretta a vivere, relegando il cuore in un angolo remoto, proteggendo la sfera privata con ostinata caparbietà.
La corazza con cui si protegge però inizia a sfaldarsi quando incontra Luca, la crepa emotiva che ne deriva conduce Emma verso un buco nero, un infinito susseguirsi di eventi che le restituiranno verità nascoste.
Milano riannoda i fili di una trama sporca, dove le vittime diventano a loro volta carnefici, mescolando le carte di un gioco ignobile, riducendo le volontà altrui, per dissetare l’arsura perpetua che domina nella gola di uomini e donne, disposti a tutto pur di bere dal calice del male. La città con le sue luci e ombre disegna lo skyline di un paesaggio avvolto dalla contaminazione dei valori, avvelenati dai diabolici atti di cui gli esseri umani sono capaci di fare.