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Un nuovo capitolo per il vicequestore Ardigò: La quinta carta.

La quinta carta è una storia criminale che mette sul tavolo da gioco l’interpretazione dei simboli. Chi pensa di conoscere il futuro, o meglio di sapere cosa il destino riserva, taglia il mazzo e alimenta un gioco, facendo girare la ruota che conduce verso l’ignoto.

Il vice questore Bruno Ardigò è a capo della sezione omicidi di Milano, un uomo poco incline ai protocolli, impegnato a districare storie complesse,   si trova a risolvere la sequenza di quattro omicidi, che hanno in comune un tarocco. La simbologia non è il suo forte ma Ardigò non si perde d’animo, sfila le magie della rete e inizia a indagare.

Il vicequestore appartiene a personaggi di carta che non marcano territori neutri, lui veste i panni di un uomo poco attraente, ossessionato dalle donne, bevitore, in poche parole non rispecchia i canoni né dell’eleganza, né del savoir faire. Il linguaggio che utilizza è diretto, senza inutili sbavature, costruito su schemi essenziali, non c’è spazio per inutili parentesi liriche.

L’arguzia del vicequestore è un dato di fatto, la prospettiva attraverso cui conduce le deduzioni riesce sempre a cogliere nel segno, fino a quando questa sua capacità vacilla nel momento in cui riceve una carta destinata a lui.

I simboli si trasformano in falci, resuscitano il remoto timore dell’ignoto, e destano fantasmi del passato. Ardigò impara l’interpretazione dei tarocchi, si fa aiutare da un’enigmatica esperta, che gli apre le porte di un mondo a lui sconosciuto.

Milano brucia, l’estate del 2023 infuoca le strade, annebbia la vista, recitando il requiem per la morte di un patriarca italiano. La metropoli ha sete, apre le fauci esauste, sarà proprio all’interno della sua gola che Ardigò troverà la fonte di un antico male, l’origine di tanto dolore, determinando la fine di una serie di clamorosi omicidi, avvenuti di giorno e sotto lo sguardo attonito di tutti.

Fabrizio Carcano, giornalista e scrittore, direttore della collana Giungla Gialla, firmata Mursia, mette a punto l’ennesimo racconto nero, cui chiave di lettura è calata nel più profondo dei misteri.

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Paola Iannelli
Docente di lingua e letteratura spagnola, ha iniziato a scrivere articoli in ambito accademico, ha svolto una tesi di dottorato sul noir partenopeo post moderno presso l’Università di Salamanca. Attualmente fa parte del gruppo di scrittori della bottega di "Homo Scrivens" e ha pubblicato nel febbraio del 2021 un noir intitolato "Il Paradiso non ha un angolo retto". Collabora con Quicampiflegrei.it e con Thriller nord e non solo Scrive racconti brevi per le riviste: "Edgar" e "Resistenza civile", oltre a pubblicare recensioni per la casa editrice. È stata selezionata dalla rivista Mondadori "Donna Moderna" rispondendo alla chiamata di un concorso diretto alle donne che hanno realizzato durante il lockdown un nuovo progetto professionale. Ha ricevuto vari riconoscimenti letterari, è stata scelta dalla trasmissione "Plot Machine" di Rai Radio1 per uno dei migliori miniplot creati nel 2020.

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