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Le porte di Napoli

Nei tempi antichi, l’esigenza di difendersi dagli attacchi degli eserciti invasori, era per ogni città un fattore assolutamente vitale.  Per ovviare a questa terrificante eventualità, re e  governanti fecero costruire delle vere e proprie fortificazioni con alte e robuste mura in grado di difendere il popolo.

Napoli era una città molto ambita, rappresentava per molti un importante punto strategico, grazie allo sbocco sul mare e al grande commercio che da essa si sviluppava.

Napoli è stata per secoli la vera capitale d’Italia, in un periodo in cui Roma si stava riprendendo dalle varie invasioni che l’avevano devastata.

Napoli dunque aveva le sue alte e robuste fortificazioni, delle cinte murarie che abbracciavano la città difendendola in ogni sua parte.

Ovviamente in alcuni punti di queste cinta murarie, si trovavano dei varchi d’accesso con enormi portoni, controllati dalle guardie.

A Napoli c’erano più di venti porte che consentivano il transito, ma oggi ne restano soltanto quattro, ancora ben salde e integre.

Porta San Gennaro

È la porta più antica di Napoli tra quelle ancora rimaste, eretta intorno all’anno mille, gli fu dato il nome del Santo patrono di Napoli, poiché all’epoca, la porta puntava sul cammino verso le catacombe del Santo omonimo, dove riposavano le sue ossa.

Nel XVI secolo, Mattia Preti, un pittore Calabrese, giunse a Napoli in piena epidemia di colera. Costui uccise una guardia poiché gli negò l’accesso in città, portato in prigione e condannato a morte, fu graziato dal vicerè, e per ricambiare il vitale gesto, il pittore realizzò dei meravigliosi affreschi su tutte le porte di Napoli allora esistenti, ossia sette.

L’unico affresco rimato si trova proprio sulla porta San Gennaro, e raffigura una Madonna con bambino, insieme a San Gennaro, Santa Rosalia e Francesco Saverio.

Porta Capuana

È senza dubbio la porta più maestosa della città, fu fatta erigere per ordine del re Ferrante d’Aragona nel 1484, così chiamata perché ubicata sulla via che conduceva a Capua. La porta si trova nelle vicinanze del castel Capuano, il più antico castello di Napoli insieme al castel dell’ovo.

L’edificio murario della porta, era un tempo alto più di venti metri, ciò che vediamo oggi è solo una parte della versione originaria.

Porta Nolana

Si trova sul corso Garibaldi, fu eretta nel XV secolo durante il regno Aragonese, per consentire l’espansione della città sostituendo la precedente porta: la porta di Forcella, che si trovava nei pressi dell’ospedale Ascalesi.

La porta si trova tra due torri: torre della fede a sud e torre della speranza a nord, e presenta ancora un rilievo di Ferrante d’Aragona a cavallo.

Port’alba

Fu costruita nel XVI secolo, per volere del vicerè Antonio Àlvarez de Toledo, duca d’Alba, da quì il nome.

Un tempo chiamato largo delle sciuscelle, poiché in quella zona si trovava un grande albero di carrube.

Il vicerè fece erigere la porta per consentire al popolo sempre più numeroso, un facile passaggio, avendo quest’ultimo costruito un impasticciato foro nelle mura Angioine per transitare. La versione che vediamo oggi la dobbiamo al restauro del 1797, quando fu aggiunta la statua di San Gaetano, prima collocata sulla Porta reale, un’altra porta situata nei pressi di via Benedetto Croce, poi demolita.

Alla suddetta porta, è legata la storia tragica di Maria, vissuta ai tempi dell’inquisizione. Una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco, amata da molti uomini, che facevano di tutto per ottenere le sue attenzioni, ma lei era innamorata soltanto del suo fidanzato, Michele. Avvenne che una sera, a Michele, fu fatto un incantesimo, una fattura, almeno così si dice. A causa di un tuono scoppiato, cadde in terra e non riuscì più a muoversi. Soltanto quando Maria si allontanò potè rialzarsi. Impaurito, Michele scappò via, Maria lo aveva perso. Si rinchiuse in casa per diversi giorni, a causa della tristezza il suo aspetto cambiò, da bellissima donna qual era, divenne ossuta, torva, raggrinzita. Le voci girarono, e fu accusata di stregoneria. Fu rinchiusa in una gabbia appesa sull’arco di Port’Alba, a morire di fame. Chiusa in quella gabbia, gettò una maledizione sulla gente del luogo, e in particolare sugli uomini, che pochi giorni prima l’adorarono, mentre negli ultimi giorni furono i suoi maggiori accusatori. “ La pagherete, la pagherete tutti” c’è chi dice che Maria, si trovi ancora lì ripetendo quelle stesse parole.

Alcune tra le porte demolite:

Porta di Costantinopoli

Si trovava nell’attuale posizione dove ora notiamo il conservatorio di San Pietro a Majella. Fu innalzata nel X secolo, ed era grande e maestosa tanto da innalzare a uno stato di classe elevata, la zona circostante, fu demolita nel 1852.

Porta Carbonara

Deve il suo nome alla vicina via Carbonara, così chiamata poiché vi era il carbonarius, una sorta di discarica dove venivano bruciati i rifiuti della città.

Fu demolita nel 1537 ad opera del vicerè don Pedro de Toledo, intenzionato ad allargare le mura della città, sempre più stretta per un popolo che cresceva a dismisura.

Porta del Carmine

Fu costruita nel 1484, fu soprannominata Portanova e Porta del mercato.

Porta Medina

Si trovava a piazza Montesanto, inizio Pignasecca, fu eretta abusivamente nel 1597, ma era solo un “pertuso” a forma d’uomo, per consentire un rapido accesso agli abitanti delle zone collinari.

Nel 1640 la porta fu messa in regola sotto il regno di Filippo IV e chiamata Medina, ma il popolo continuò a nominarla porta pertuso.

Fu demolita nel 1873, per trasformare la zona in un mercato, come oggi si può notare.

Porta dello Spirito Santo

Era situata in piazza San Domenico maggiore, ma mediante i lavori per l’ampliamento delle mura cittadine, la porta fu spostata e successivamente abbattuta nel 1528. Veniva chiamata anche porta reale.

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Ivan Tudisco
Ivan Tudisco è nato a Napoli nel 1980 dove attualmente vive. Nel 2007 ha esordito con una raccolta di poesie edita da una casa editrice Siciliana, seguiranno altre due raccolte, di cui l’ultima pubblicata nel 2021 con una editrice Romana: Rosabianca edizioni. Nel 2020 ha esordito con il suo primo romanzo: Gente di Pianura, in ebook. Una serie di racconti di genere vario, sono stati pubblicati su varie antologie nazionali tra il 2019 e il 2021, e una raccolta di favole, ha visto la sua pubblicazione nel 2021, ed è tuttora disponibile sul sito della casa editrice Ivvi. In Giugno 2022, sarà pubblicato un nuovo romanzo, con l’editrice Montag, collabora con QuiCampiFlegrei dal 2020. Tutti i libri di Ivan Tudisco sono disponibili nelle librerie online, quali: Mondadori storie, La Feltrinelli, Libro Co.

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