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Napoli, capitale del romanzo giallo. Scrittrici e scrittori di successo ed emergenti. Intervista alla ricercatrice Paola Iannelli

I bastardi di Pizzofalcone” è uno dei successi televisivi degli ultimi anni proposto dalla Rai. La serie è tratta dai racconti di Maurizio De Giovanni, già papà del commissario Ricciardi, uno dei più noti protagonisti di racconti gialli ambientati a Napoli. Nel panorama letterario partenopeo si sta imponendo sempre di più il genere giallo. Tanti editori propongono interessanti autori. Paola Iannelli, insegnante di spagnolo con la passione per i gialli, sta realizzando una ricerca sull’argomento per l’Università spagnola di Salamanca. Ha letto e studiato quattro autori partenopei.

L’aver scelto di scrivere una tesi di dottorato sul romanzo giallo ambientato a Napoli significa che sei un’appassionata ed esperta di questo tipo di lettura. Ci spieghi meglio come hai affrontato il tema?

“La tesi di dottorato che sto realizzando è un’attività di ricerca che conferma il successo del genere giallo nel panorama letterario attuale. La mia ricerca si è concentrata su autori napoletani degli ultimi quindici anni.  Per par condicio ho scelto come autori due uomini e due donne. Maurizio De Giovanni, Andrej Longo, Patrizia Rinaldi e Serena Venditto.

Parlaci di questi autori…

“De Giovanni è famoso, giallista d’eccellenza di cui ho analizzato solo la prima opera “Il senso del dolore” che inaugura la figura dell’ispettore Ricciardi. Mentre la seconda opera, “Il metodo del coccodrillo”, inaugura il “Ciclo dei Bastardi”. Longo non è un vero e proprio giallista, ha realizzato dei noir, racconti polizieschi che si intrecciano con racconti di vita molto forti. Rinaldi è autrice della serie di Blanca, la prima soprintendente ipovedente della Polizia. Blanca è un personaggio molto profondo e particolare e nei racconti si inseriscono storie molto interessanti. Proprio in questi giorni Patrizia sta lavorando alla realizzazione televisiva del suo soggetto. Tra gli autori analizzati Serena Venditto è la più giovane. È una scrittrice emergente del genere giallo e ha pubblicato con Homo Scrivens di Aldo Putignano, la mia stessa casa editrice. Ora è passata alla Mondadori.  È sulla scia delle scrittrici americane Lilian Jackson Braun e Patricia Highsmith. Nei loro racconti il protagonista è un gatto che aiuta, suggerisce e influenza le indagini”.

Il giallo continua ad essere un genere ai margini della critica letteraria?

“È un’annosa polemica. Gli autori di giallo sono sempre stati bistrattati dalla critica letteraria. I giallisti sono stati relegati alla paraletteratura, alla scrittura massificata. Invece non è sempre così. Per essere uno scrittore di gialli devi essere dotato di una sottile intelligenza poiché è un incastro, un puzzle. Devi confondere il lettore con eleganza per non svelare nell’immediato quelli che sono i segreti, le ipotesi delle indagini. E poi non bisogna mai dare false piste. Non credo che il giallo sia un prodotto di massa. Ci sono dei racconti che rilevano un’acutezza, una sapienza, un uso del linguaggio appropriato. Cito i maestri Giorgio Scerbanenco e Andrea Camilleri. Hanno scritto opere magnifiche. Anche i grandi però non sono stati insigniti di premi importanti. Le cose sono cambiate. I giallisti sono premiati spesso e volentieri”.

Restando nell’ambito del giallo: che ruolo hanno le donne?

“La letteratura al femminile è in forte crescita. Ci sono molte scrittrici emergenti”.

E nell’area flegrea, quali le novità per il giallo?

“Molte proposte interessanti. Cito per esempio Francesco Escalona e Maria Rosaria Selo. La nostra zona, per la magia e il mistero che può suscitare. Pochi giorni fa è stato pubblicato “Il viaggio di Apione” il libro di Mariù Caputi, una storia d’amore, un giallo, ambientato all’epoca dell’impero Romano”.

Una domanda complessa per cui ti chiedo una risposta sintetica: come si diventa scrittore?

“Gli scrittori lo ripetono spesso: per essere un buon autore è necessario essere un buon lettore. Bisogna leggere. Leggere e analizzare, riflettere e comprendere come l’autore abbia costruito il climax del romanzo”.

Prossimamente pubblicherai il tuo primo romanzo, “Il paradiso non ha un angolo retto” per le edizioni Homo Scrivens. Per te, che significa scrivere?

“Scrivere significa vivere in una bolla sospesa… i personaggi che crei vivono con te. Ti accompagnano in tante occasioni… e a volte si materializzano; li immagini, senti il loro respiro, le loro paure, la loro felicità… Io ho lavorato al mio romanzo durante il lockdown e sono riuscita a completare il lavoro iniziato prima. Per me scrivere in una situazione simile ha significato vivere due volte in una bolla sospesa… e alla fine ho prodotto un lavoro, ho reso concreto il mio sforzo di immaginazione…”.

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Ciro Biondi
Giornalista, scrive prevalentemente di attualità, sociale, cultura, turismo e ambiente. E' responsabile dell'Ufficio Comunicazione della Caritas Diocesana di Pozzuoli. Ha collaborato con quotidiani e periodici. E’ specializzato in comunicazione sociale e istituzionale. Si è occupato di uffici stampa ed è presidente dell'associazione di promozione sociale Dialogos. Con le scuole e le associazioni promuove incontri su legalità, volontariato, solidarietà tra i popoli, dialogo tra le religioni e storia. E' laureato in Lettere con una tesi in Storia Medievale. E' docente di scuola statale secondaria di secondo grado. Ha ottenuto vari riconoscimenti per l'attività giornalistica. Per il suo impegno sociale, culturale e professionale nel 2013 il Capo dello Stato lo ha insignito dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica.
http://www.cirobiondi.it

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