
Sicania, terra di fuoco e lava, dove l’oro prodotto dai raggi di sole illumina volti e corpi. La materia rinasce e prende forma, compone visioni e interpretazioni, che vedono al centro donne, avvolte nel sudario invisibile deposto dalla mano dell’artista, che con tratto deciso le ritrae.
Il nero della lava si mescola con l’oro, la cenere prende vita e scopre gli angoli di prospettive in cui si mescolano arte e pensiero. La malinconica aura che le circonda non simula né gioie, né dolori, semmai rimarca il senso dell’abbandono interpretato come momento di oblio.
La vita e la morte formano lo strato che modellano le immagini, alimentando emozioni e spiriti, che inducono l’occhio a raccogliere i frammenti di esistenze spezzate, o meglio, riescono a mettere a nudo l’essenza di anime bruciate dal desiderio.
Giorgio Rizzo svela le linee di un progetto artistico che sorge da ciò che la Terra regala, fuoco e fiamme che distruggono per poi costruire nuovi orizzonti, cambiando per sempre la linea di margini territoriali sempre in divenire.
L’ultima esposizione dell’artista si è tenuta lo scorso 19 giugno nella sede della Mediolanum a Catania, patria che ha dato i natali all’artista.