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A Pozzuoli parte “Necropolis. Dall’archeologia funeraria al Cinema”

A Pozzuoli, presso la Necropoli tardo antica paleocristiana di San Vito, il 5 giugno alle 10 parte “Necropolis. Dall’Archeologia funeraria al cinema” la prima rassegna italiana dedicata al binomio antiche città dei morti e cinema: incontri, degustazioni del “cuonzolo” e visite guidate.

Dopo Pozzuoli la rassegna farà tappa nel palermitano presso la Necropoli punica di Santa Flavia del Parco Archeologico di Himera Solunto e Iato diretto da Domenico Targia.

La rassegna itinerante ideata dall’architetto Anna Russolillo consulente del Parco archeologico di Himera Solunto e Iato vede dunque come protagoniste le antiche città dei morti, luoghi ricchi di significati simbolici, storici e culturali e il cinema in cui le necropoli assumono spesso una doppia funzione: da un lato sono scenari carichi di mistero e fascino, dall’altro diventano ambientazioni ideali per raccontare storie di paura, esplorazione, o riflessione esistenziale.

All’inaugurazione alle 10 interverranno Vincenzo Cirillo, consigliere della Città Metropolitana di Napoli con delega alla promozione del territorio, Luigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli, Raffaella De Vivo, assessore alla Cultura del Comune di Quarto, Michele Assante Del Leccese sceneggiatore e assessore alla Cultura del Comune di Procida, Federica Russolillo, presidente Lunaria A2 Onlus che cura il Servizio educativo del sito archeologico della Necropoli Paleocristiana Tardo Antica di San Vito, Raffaella Iovine, presidente Gruppo archeologico dei Campi Flegrei, Gennaro Maione, giornalista che scrive di cinema e Gea Palumbo, presidente Accademia dei Campi Flegrei,

A moderare sarà il giornalista Gianni Ambrosino.

Mausoleo San Vito. Foto di Anna Russolillo

A seguire la pausa con  “o’ cuonzolo” napoletano. Dalle 11.30 in punto inizierà il primo turno delle visite guidate dagli studenti della III B dell’Istituto Isis Montalcini di Quarto coordinati dall’ archeologa Raffaella Iovine e dalle 12.30 partiranno le visite guidate da Anna Russolillo l’architetto che che ha restaurato la struttura e che seguito tutte le fasi degli scavi pubblicando su Archeo con autorizzazione della Soprintendenza la scoperta della Necropoli.

Necropoli tardo antica paleocristiana di San Vito. Foto di Anna Russolillo

Un binomio straordinario per far conoscere le necropoli del mondo antico, luoghi sacri, spazi liminali tra la vita e la morte. I Romani, ad esempio, costruivano le necropoli monumentali lungo le vie consolari un prolungamento delle città che riflettevano la visione della morte come prosecuzione della vita. Oggi, queste strutture archeologiche, spesso dimenticate, attirano studiosi e turisti, ma anche registi e sceneggiatori, affascinati dalla loro estetica e dal loro potere evocativo.

Il cinema ha utilizzato le necropoli come ambientazioni suggestive. In alcuni film come Indiana Jones e l’ultima crociata o La Mummia, le tombe antiche diventano luoghi di avventura, trappole mortali, oppure custodi di segreti millenari. La necropoli qui non è solo uno spazio fisico, ma anche simbolico: rappresenta l’ignoto, il passato che ritorna, la conoscenza proibita. Invece in altri casi, come nel cinema horror o gotico, le necropoli si trasformano in luoghi del terrore. Pensiamo a Nosferatu o a molte pellicole tratte da racconti di Lovecraft: la tomba diventa soglia di accesso al soprannaturale, dove il confine tra il mondo dei vivi e dei morti si assottiglia pericolosamente.

Ma c’è anche un cinema che guarda alle necropoli con rispetto, come luoghi di memoria. In documentari o film d’autore, esse diventano spazi per riflettere sul senso della morte, sul rapporto dell’uomo con il tempo, sulla fragilità della condizione umana. Il regista Werner Herzog, ad esempio, ha girato scene intense in siti archeologici e tombe un esempio è Cave of Forgotten Dreams trasformandoli in metafore visive.

In conclusione, le necropoli nel cinema non sono mai solo ambientazioni: sono personaggi silenziosi, luoghi che raccontano. Attraverso la macchina da presa, questi spazi antichi vengono trasfigurati, diventando ponti tra il passato e il presente, tra realtà e immaginazione. Il cinema, come le necropoli, conserva e trasmette memoria, rendendoci consapevoli della nostra storia e della nostra mortalità.

Per il sindaco Manzoni: «L’archeologia funeraria ispira da sempre il cinema con misteri, rituali antichi e scoperte che evocano il passato. Cominciamo da Pozzuoli, primo porto antico di Roma, che lungo la sua via antica consolare Campana  conserva un patrimonio ricchissimo di storia dal I secolo al VI secolo. Un patrimonio da conoscere, valorizzare e promuovere» dichiara il Sindaco Manzoni.

Necropolis

Il titolo della rassegna, ci spiega la Russolillo «si ispira a Necropolis, un lungometraggio di Franco Brocani uscito in sala nel 1970. Un regista visionario che ha riversato la sua profonda cultura letteraria e visiva, mettendo in scena i «cattivi» della storia e della letteratura in chiave archetipica: Eliogabalo, Attila, Montezuma, il Diavolo, la Contessa sanguinaria, Frankenstein, il Minotauro. Il cineasta – conclude la Russolillo – venuto a mancare nel 2023 è stato tra i protagonisti indiscussi del cinema underground italiano. I suoi film sono autentici e spiazzanti labirinti, che rifiutano la classificazione, portando alla deriva arte, letteratura, specchi, visioni, labirinti, pianeti, rivoluzioni, pure provocazioni e tutto il resto che ciascuno si sente autorizzato a sognarvi dentro».

L’iniziativa promossa dall’Associazione Lunaria A2 Onlus è realizzata in collaborazione con l’Accademia dei Campi Flegrei, il Gruppo archeologico dei Campi Flegrei, Villaggio Letterario, Gruppo archeologico Kyme e ha il patrocinio gratuito della Città Metropolitana di Napoli e del Comune di Pozzuoli.

Evento gratuito con ingresso contingentato alla Necropoli da prenotare a associazionelunariaa2@gmail.com

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