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Il granchio blu ha invaso il lago Miseno. A rischio la produzione di cozze dell’area flegrea

Il granchio blu è tra i protagonisti dell’estate. Numerosi sono gli avvistamenti su tutte le coste italiane. Si tratta di una specie aliena originaria delle coste atlantiche americane. Tramite l’acqua incamerata per zavorrare le navi, la specie è stata accidentalmente introdotta nel Mediterraneo.

Da pochi anni è presente sulle coste nostrane. Nel luglio del 2008 è stato segnalato in Basilicata, successivamente in Abruzzo, Puglia e alto Adriatico. Le prime segnalazioni in Campania risalgono al 2019 in Cilento. L’anno successivo è stato catturato in Sardegna e Sicilia e lo scorso anno in Liguria e Lazio. Nell’area flegree è stato individuato per la prima volta quest’anno. Alcuni giorni fa due turisti, passeggiando sul lungolago di Miseno, lo hanno fotografato; segno che il granchio blu ha invaso le lagune flegree. I crostacei risalgono le foci e preferiscono vivere nelle acque salmastre più tranquille.

Il granchio blu può raggiungere i 15 centimetri di lunghezza e i 23 di larghezza. La caratteristica principale sono le zampe che presentano l’attaccatura e la parte terminale di colore blu.

È una specie onnivora e preferisce i molluschi bivalvi, piccoli pesci, carogne e piante. Molto prolifico, risulta quindi particolarmente preoccupante per i filari di cozze e agli allevamenti di pesci, oltre che per essere una specie che distrugge l’ecosistema locale. Lato positivo: sono considerati ottimi per la filiera gastronomica essendo gustosi e versatili per la cucina.

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Redazione
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