
Milano è una gran bella signora, voluttuosa, attraente, ma estremamente pericolosa. Seduce al punto da non lasciare scampo, ai poveri emarginati che senza un briciolo di timore, cercano invano di conquistarla. Il prezzo da pagare è quasi sempre altissimo, inseguire la chimera del successo, unito al potere, accresce l’insana consapevolezza di meritare il premio finale: la ricchezza.
Il popolo dei protagonisti de Il killer dell’Apocalisse mette in scena la triste pantomima di uomini, che cercano disperatamente di soffocare il senso di frustrazione che si portano dietro, conducendo vite al limite del possibile.
L’autore ripercorre gli anni ’70, in una Milano devastata dalle sanguinose stragi per mano dei gruppi armati delle Brigate rosse, e dai meno elaborati piani diretti dalle feroci menti di comuni delinquenti.
Il commissario Vittorio Maspero (come l’autore ho debole per questo nome proprio), è un uomo dal profilo sdrucito, poco avvezzo nel rappresentare la figura dell’eroe senza macchia e senza paura. Lui è l’antieroe per eccellenza, beve, fuma e gioca d’azzardo riempiendo così gli alveoli di aria insana, con la quale pompa energia per la carica adrenalina di cui ha bisogno il suo spirito. La solitudine emotiva che lo circonda si annida in ferite profonde, che minano la sua vita intima e professionale.
Un giustiziere misterioso compie omicidi dettati da un’insolita e controversa interpretazione di alcuni passi scritti da San Giovanni, e ripercorre una simbologia connessa agli elementi che sono alla base dell’universo: acqua, aria, terra e fuoco.
L’abisso nel quale il commissario cadrà sarà il covo per le rivelazioni di misteri e intricate verità nascoste, tutte al limite del sopportabile, eppure così realisticamente commesse.
Fabrizio Carcano si conferma un valido autore di thriller, la sua è una scrittura secca, decisa, in questo romanzo, però lui tocca le corde legate al misticismo, e utilizza paragoni e metafore che lambiscono i contorni della prosa lirica.
Azioni e colpi di scena non mancano, in un gioco di specchi che propone ogni doppio immagine, concedendo al lettore attento l’esatta proporzione dei fatti.