Le “sorelle di elezione” sono il prodotto di una strana alchimia, che ritrova nel senso di complicità, amicale quel legame reso inscindibile dal sangue.
Sara e Teresa rappresentano le facce di una medesima medaglia, una Mora, l’altra Bionda, questi sono i loro soprannomi, entrambe impegnate nel districare vicende criminali al margine dell’impossibile.
La scomparsa della Mora mette in allarme Sara, la quale metterà in atto ogni strategia necessaria, per scoprire la verità.
Questo nuovo romanzo di De Giovanni segue un filone nettamente diverso, somiglia molto dalle spy story di stampo americano, in effetti, va ricordato che lui ha molto amato le storie newyorkesi di Al McBean.
Le “sorelle” si alternano seguendo un ritmo ben cadenzato, simile a un passo a due, in cui le loro virtuose doti sono fonte di risoluzione di enigmi di non facile intuizione. I dolori che hanno accompagnato la vita di Sara, hanno deturpato i dettagli della sua femminilità, nascosta dietro alla volontaria mancanza di cura nei particolari. Per Teresa in cambio evidenziare ogni dettaglio del proprio aspetto è quasi un dovere morale verso se stessa e verso gli altri.
Lo spazio emotivo in cui si muove Sara, riempie il vuoto fisico lasciato da Teresa, la determinazione con la quale conduce le ricerche è al limite del legale. È proprio nella capacità d’intuito che Sara trova la forza per scandagliare tutte le piste, per ritrovare sua sorella.
La dinamica interna del racconto prende corpo con il rapimento di Teresa, e scorre veloce attraverso frame quasi cinematografico, colpendo il lettore in vari punti, tracciando un perimetro che conduce l’emotività secondo un tortuoso percorso ad ostacoli.
L’intesa fra le due donne è in punto focale, il comune denominatore che cancellerà ogni dubbio, alimentando la scintilla che avvierà il motore della folle corsa, dove il traguardo non fa sconti, semmai celebra la vittoria della verità.