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La mostra “L’Oro nero del Mediterraneo” approda il 4 marzo al Museo S. Tusa di Procida.

Nelle case dei procidani c’è sempre un frammento di “Oro Nero”. Ma questo vetro prevalentemente nero lucido raccolto a Procida che prende il nome di Ossidiana non è un portentoso talismano in grado di scacciare le energie negative ma è piuttosto una roccia vulcanica molto ricercata nell’antichità per la fabbricazione di strumenti taglienti, lame e frecce, mentre gli antichi egizi la usavano anche per realizzare scarabei e sigilli.

Per millenni questa preziosissima roccia vulcanica è stata una delle merci principali nel commercio del Mediterraneo centrale e ha sostenuto la vita economica dei suoi giacimenti: Lipari, Palmarola, Pantelleria, Monte Arci.

Questi quattro giacimenti alimentarono le esportazioni di ossidiana verso migliaia di villaggi preistorici. Popoli diversi si scambiarono ossidiana, merci e culture. É così che iniziarono le prime relazioni interculturali: individui diversi si riconoscevano reciprocamente pari dignità, pur nelle loro differenze. Le correlazioni fra i reperti archeologici raccolti negli insediamenti preistorici e i rispettivi giacimenti d’origine sono di fondamentale importanza per la ricostruzione delle rotte e delle vie di scambio e comunicazione usate nella Preistoria.

Procida non c’è tra i giacimenti eppure quel vetro nero luccica su alcune sue spiagge ed è anche stato ritrovato negli scavi archeologici vivaresi.

E questo è solo l’inizio della mostra “Oro Nero del Mediterraneo. L’ossidiana nell’antichità“ promossa da Lunaria Onlus A2 che sarà inaugurata sabato 24 febbraio alle ore 12.00 al Museo Civico “Sebastiano Tusa” di Procida”.

Frammento di ossidiana

La Mostra divulgativa “Oro Nero del Mediterraneo” a cura di Franco Foresta Martin (Ricercatore Associato INGV e direttore del Museo di Scienze della Terra di Ustica), Licia Corsale (INGV) e Anna Russolillo (Architetto pres. Villaggio Letterario) è in collaborazione con il prof. Massimiliano Marazzi (Uni. SOB Napoli), il dott. Nicola Scotto di Carlo (Dir. Museo Civico di Procida) e la dott.ssa Sonia Gervasio (Presidente di Lunaria Onlus A2).

A tagliare il nastro sarà il Sindaco di Procida Raimondo Ambrosino e il Direttore del Museo Civico di Procida “S. Tusa” Nicola Scotto di Carlo.

La mostra dopo una prima tappa al Museo Archeologico Salinas di Palermo, è stata ampliata con i pannelli sull’ossidiana della Campania ed esposta da novembre 2022 a gennaio 2023 al Museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia. La Mostra al Museo Civico S. Tusa di Procida è stata ulteriormente arricchita con pannelli divulgativi dedicati all’”Ossidiana di Vivara” redatti da F. Bertino (Museo Civico di Procida) – A. Cazzella (Uni. Sapienza) – C. Giardino (Uni. Salento) – M. Marazzi (Uni SOB Napoli) – M. Moscoloni (Uni. Sapienza) – L. Pontieri -(Museo Civico Procida) – M. Scotto di Covella (Museo Civico Procida) – T. Zappatore (Uni. Salento) e con reperti geologici e archeologici provenienti dagli scavi.

La mostra chiuderà a Procida il 9 aprile per ripartire e riapprodare in agosto in Sicilia a Ustica (Lab. Museo Scienza della Terra) e avrà come ultima tappa Lipari, l’isola tra i più importanti giacimenti di ossidiana del nostro Continente.

Il Catalogo della mostra dal titolo “L’Oro Nero del Mediterraneo. Dalla divulgazione alla ricerca scientifica” a cura di Franco Foresta Martin e Anna Russolillo in collaborazione con il prof. Massimiliano Marazzi e con il direttore del Museo Nicola Scotto di Carlo illustrato da Massimiliano Riso partirà dai contenuti divulgativi dei pannelli espositivi fino alle ricerche scientifiche inedite e uscirà in occasione dell’ultima tappa del 2023.

La mostra rientra nel progetto “Vivere nel Vulcano” ideata dai giornalisti Anna Russolillo e Franco Foresta Martin in collaborazione con il vulcanologo Sandro de Vita e la dott.ssa Sonia Gervasio, promossa da Lunaria A2 Onlus ha il patrocinio della Regione Campania e la collaborazione del MiC- Parco Archeologico dei Campi Flegrei, dell’ INGV, del Comune di Procida, del Comune di Pozzuoli, del Comune di Quarto, del Comune di Monte di Procida, del Museo civico Sebastiano Tusa di Procida e del Museo di Scienza della Terra di Ustica, di Villaggio Letterario e dell’Accademia dei Campi Flegrei.

Primo curatore

Franco Foresta Martin è stato per 35 anni redattore scientifico del Corriere della Sera, dove ha scritto oltre tremila articoli su temi di Scienze della Terra, Fisica, Astronomia, Energia e Ambiente. Da inviato speciale ha seguito le conferenze internazionali sul Cambiamento Climatico. Ha collaborato alle trasmissioni televisive RAI Quark e Geo & Geo. Laureato in Geologia, con una specializzazione in Geochimica, svolge attività di ricerca in qualità di Associato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. É docente al Master in Comunicazione della Scienza dell’Università di Padova. Dirige il Laboratorio-Museo di Scienze della Terra con sede a Ustica (Palermo), dove svolge attività di didattica, ricerca e valorizzazione delle risorse scientifiche del territorio. E’ stato tra i fondatori del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica. É autore di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali su tematiche geo-vulcanologiche e archeometriche. É dal 2021 il direttore della Collana Studi 4 Elements (Villaggio Letterario). Fra i suoi libri: Il Petrolio, Mondadori, 1980; Il pianeta Terra, Mondadori, 1985, 1990; L’Universo, Mondadori, 1990; La via delle Stelle, Mursia, 1987; Laboratorio di Astronomia, Dedalo, 1988; Scienza in città, Electa, 1992; Attività Vulcanica, in Atlante della Terra, Utet, 1999; Dall’Ambra alla Radio, Editoriale Scienza, 1995, 2002; Dall’Atomo al Cosmo, Editoriale Scienza, 2002; Per una storia della Geofisica italiana, Springer, 2010; Ustica s’inabisserà? Cronistoria della sequenza sismica del 1906 che causò l’abbandono dell’isola. Ed. Centro Studi Ustica, 2011; Ustica prima dell’uomo. Origine ed evoluzione di un’isola vulcanica. Ed. Centro Studi Ustica, 2014, Storie Sospese tra la terra e il cielo. Scoperte e sfide dell’astronomia e delle scienze spaziali Ed. Villaggio Letterario 2022 (II ed.). Per la sua opera di diffusione della cultura scientifica, l’Unione Astronomica Internazionale gli ha intestato un pianetino che orbita tra Marte e Giove: Foresta Martin 18122.

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Redazione
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