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Eduardo Improta di Napoli Europea: “occorre una mentalità nuova per lo sport in città”

“Affrontare con mentalità nuova i problemi dello sport a Napoli”, questo il tema della video-conferenza, che l’Associazione “Napoli Europea”, avente natura di Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD) e di Associazione di Promozione Sociale (APS), affiliata all’ACSIEnte Nazionale di Promozione Sportiva, ha tenuto per la presentazione di un progetto-quadro per un organico sviluppo dell’attività sportiva nell’ambito del complesso tessuto urbanistico della città metropolitana.

Nel corso della conferenza, Eduardo Improta, presidente di “Napoli Europea” e consigliere nazionale dell’ACSI, ha illustrato i punti-chiave di tale progetto secondo il quale lo sviluppo sportivo non deve essere considerato qualcosa di aggiuntivo, un surplus non essenziale ma competitivo: lo sport è piuttosto parte integrante di un unico organico tutto rivolto al miglioramento sociale della città. Risulta, quindi, necessario guardare con imprescindibile necessità alla realizzazione di un serio progetto di promozione sportiva, un progetto-sport la cui graduale attuazione dovrà necessariamente coabitare con le possibilità economiche e strutturali a disposizione degli Enti amministrativi. In tale lavoro dovranno collaborare enti sportivi ed autorità per la piena riuscita del programma senza riserve alcune. Come più volte ripetuto, essendo lo sport un fenomeno sociale, proprio alle basi della società bisogna individuare il primo punto: bisogna cioè agire sulla fascia scolastica. Il contributo apportato dalla scuola, peraltro, non si manifesta solo nella creazione di una «forma mentis» nel bambino, ma si rivela notevole anche dal punto di vista dell’impiantistica sportiva.

“Sport e Scuola, purtroppo, fino ad oggi si sono appena incontrati, hanno bisogno di approfondire la loro conoscenza che è avvenuta solo in parte. Occorrerà che le belle parole ascoltate nelle varie assise sportive – commenta il presidente Improta – non restino fenomeni isolati ma si concretizzano per il bene e lo sviluppo dello sport. Il discorso sportivo, che dovrebbe prendere il suo avvio nella scuola, dovrebbe, poi, essere proiettato nel campo della medicina creando con quest’ultima una collaborazione continua per far comprendere come la pratica sportiva instradi verso un armonico sviluppo sia fisico che psicologico, arrivando, a volte, ad agire come e meglio di una terapia”. 

In particolare ci si riferisce alle persone diversamente abili, ai quali lo sport non fornisce soltanto una salutare attività motoria ma anche e soprattutto motivazioni esistenziali e per conseguenza rinnovata vitalità. Identico discorso vale per la cosiddetta terza età, per gli anziani che, come i portatori di disabilità, non trovano un proprio ruolo nella società di oggi. In effetti la teoria su cui basare il discorso è unica: ogni volta che l’individuo perde le naturali capacità fisiche o psicologiche, lo sport è la migliore delle terapie.

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Redazione
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