
Il limite tra sacro e profano disegna un confine sottile, una striscia intrisa di inchiostro nero, buio come le anime che valicano quel punto estremo, per poi decidere di compiere atti di una violenza inaudita.
Le pagine sbiadite di un passato giovanile, chiuso tra le pieghe della banalità del male, stringe il cerchio in cui sono rinchiuse le diaboliche anime che hanno compiuto una serie di atroci delitti.
Il ritrovamento di un cadavere su cui è incisa la furia dell’assassino, squartato da un’arma bianca, una spada antica, simbolo di un dipinto in cui l’arcangelo San Michele caccia Lucifero, scindendo una lunga spada.
La vendetta è una seduzione emotiva, lacera corpo e mente, fino a quando non trova compimento, sarà seguendo un sottile filo di Arianna che il commissario Ardigò, uomo ruvido e solitario, inizierà le indagini su alcuni delitti, che mostrano tracce di serialità.
Malerba, un giornalista assetato di fama malvolentieri lo affiancherà, divenendo suo malgrado un protagonista dell’iter investigativo.
La capsula del tempo si fermerà molti anni addietro, lanciando scaglie infuocate contro gli artefici di eventi scellerati, che avevano condotto alla morte delle giovani donne. Ardigò sederà al comando di una brigata di uomini che senza un briciolo di esitazione, si caleranno nel vortice di un procedimento che subirà forti scossoni, per poi approdare sul terreno della risoluzione.
Una mente satanica manovra le corde di questa intricata vicenda, in una Milano che l’autore dipinge in ogni suo angolo, mostrando il lato monumentale e quello meno armonioso, dove la luce cupa ingloba atmosfere lugubri.
La scia di sangue che segna i delitti, terminerà il percorso quando il faro della verità illuminerà una vecchia foto, un’istantanea in cui sono impressi i volti dei colpevoli, eredi di un segreto che li rende comlici e carnefici