Tu sei qui
Home > Campi Flegrei > Bacoli > Aggiornamento Bradisismo e situazione complessiva 22 Luglio 2025

Aggiornamento Bradisismo e situazione complessiva 22 Luglio 2025

Oggi è stato pubblicato il bollettino settimanale sul bradisismo flegreo con i dati settimanali fino al 20 Luglio. La scorsa settimana è stato registrato un terremoto di Md (magnitudo durata) = 4.0 +-0.3 con epicentro nella zona del Dazio quindi ai confini tra i comuni di Pozzuoli e Napoli. Si tratta della stessa zona sismogenetica dove è avvenuto l’evento di 4.6 +-0.3. Evidentemente le litologie dell’area sono in grado di accumulare una discreta quantità di energia che viene rilasciata con terremoti di una certa intensità. L’evento sismico è stato incluso in uno sciame (secondo le procedure di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano) con un numero di scosse comunque piuttosto limitato. Ciò rappresenta una caratteristica recente nell’evoluzione del fenomeno dove complessivamente il numero di eventi non è elevato anche in corrispondenza di terremoti principali più energetici. Gli stessi sciami producono un numero di eventi limitato.

Nella scorsa settimana abbiamo avuto 68 terremoti con Md non negativa di cui 38 incluso in due sciami (secondo le procedure di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano)

E’ possibile che tale processo avvenga in quanto la deformazione del suolo si sta manifestando con velocità media non eccessiva (15 mm/mese) peraltro senza spinte improvvise verso l’alto.

In altri momenti il numero di eventi complessivi è stato maggiore, in corrispondenza di velocità di sollevamento maggiore. Un esempio è il periodo dello scorso Febbraio.

Nei bollettini mensili viene segnalato il numero complessivo degli eventi, quindi anche quelli di Md negativa.

E’ importante precisare che l’Osservatorio Vesuviano ci informa della Md ovvero magnitudo durata,

secondo una scelta ben precisa.

tuttavia esistono altre magnitudo: la Magnitudo locale, (Ml) la Magnitudo momento (Mw) e ognuna è in maniera inequivocabile UN DATO OGGETTIVO. Non dobbiamo confondere queste misurazioni con l’avvertibilità dei singoli terremoti che sono dati soggettivi e dipendono da molti fattori. A tal riguardo si potrebbe far riferimento eventualmente alla Scala Mercalli.

Ultimamente l’Osservatorio Vesuviano per i terremoti con Md più elevata dirama anche il valore della Ml e della Mw e si noterà che tali sono inferiori rispetto alla Md. Questa particolarità è ben nota agli addetti ai lavori.

Esempi:

terremoto del 13/03/2025 Md 4.6±0.3; Ml 4.3±0.3; Mw 4.1±0.3

terremoto del 18/07/2025 Md 4.0±0.3; Ml 3.8±0.4; Mw 3.6±0.3

(questi dati sono ricavati da un post Facebook di Mario Castellano che ringrazio)

Inoltre l’Osservatorio Vesuviano pubblica anche i dati dello scuotimento al suolo per i vari terremoti (libera consultazione) si tratta di un ulteriore dato strumentale e quindi del tutto oggettivo.

Gran parte dei sismi flegrei ha ipocentri entro i 3 Km di profondità, solo nell’area sismogenetica a largo di Baia – Bacoli si registrano terremoti più profondi (entro i 5 Km circa) probabilmente perché il gradiente geotermico in quella zona è minore (ovvero le temperature aumentano più lentamente verso il basso) In quest’area i meccanismi focali facilmente individuano faglie inverse e ciò è in accordo con una struttura deformativa che in quell’area è al limite.

Nelle aree sismogenetiche più prossime alla zona di massimo sollevamento gli eventi si associano a faglie “normali” di distensione.

La forma complessiva del sollevamento si mantiene costante: massimo nei pressi del Rione Terra e con decrescita radiale. Ciò conferma che la sorgente non si sposta pur continuando a esercitare una certa pressione. E’ proprio la caratteristica della deformazione che produce sforzi di taglio e dunque, la sismicità che viene definita vulcano – tettonica e che non può avere ipocentri maggiori dei 5-6 Km per la natura stessa del sottosuolo. Oltre quelle profondità le litologie non sono più in grado di assumere comportamenti fragili, siamo in prossimità della camera magmatica principale posta presumibilmente a 7.5 – 8 Km di profondità.

Più volte gli scienziati ci hanno assicurato che sono in grado di evidenziare eventuali eventi con frequenze differenti da quelli soliti e che sarebbero un segnale di movimento magmatico. (long period) Attraverso i bollettini possiamo ricavare l’entità massima del sollevamento: nel 2023 è stato di circa 16 cm, lo scorso anno di circa 18.5 cm mentre al momento nell’anno in corso abbiamo raggiunto un valore di circa 12 cm. In questi ultimi anni si evidenzia, quindi, una leggera accelerazione ma siamo ben lontani dai livelli delle crisi precedenti (sia degli anni 70 che dell’ 82-84) quando le velocità erano prossime ai 10 cm/mese. Ciò ci segnala che presumibilmente il fenomeno si sta evolvendo in modo differente rispetto a quegli anni anche se si concorda che si tratta di un unica fase complessiva che ha avuto inizio negli anni 50.

La continua deformazione evidenzia come ci sia ancora pressione dal basso in un sistema che non ha trovato un suo nuovo equilibrio e che si manifesta anche attraverso l’emissione intensa di gas (anidride carbonica, monossido di carbonio, etc la cui origine è interpretata come principalmente vulcanica. A tal riguardo sono stati pubblicati diversi lavori scientifici che si possono ricavare attraverso i bollettini settimanali e mensili.

Bollettini settimanali : https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/boll-sett-flegrei

Bellettini mensili: https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-cf

Il sistema può aver raggiunto uno stato fisico – chimico in grado di produrre anidride carbonica prodotta da effetto di carbonatazione idrotermale. E’ ben chiaro che i Campi Flegrei hanno un bacino idrotermale con profondità limitata che probabilmente risponde a sollecitazioni dal basso attraverso attività intensa.

L’Unrest (disordine) del sistema continua ed è costantemente monitorato degli specialisti dell’Osservatorio Vesuviano (sede INGV di Napoli) ovvero l’Ente di ricerca preposto.

Avatar photo
Pierluigi Musto
Pierluigi Musto nasce a Napoli il 27 luglio 1962, dopo il diploma di maturità al liceo scientifico si laurea in Scienze Geologiche e si abilita alla professione di Geologo. Si abilita all’insegnamento in Matematica alle scuole medie e in Geografia per gli istituti tecnici. Dal 2007 è docente in ruolo in matematica e scienze nella provincia di Napoli. E’ autore del sito www.campiflegrei.eu. E' autore del libro :" Elementi di Geologia dei Campi Flegrei e della Piana Campana" Da numerosi anni si interessa della promozione del territorio flegreo collaborando tra l’altro nell’organizzazione dell’evento ricorrente “Malazè”. Collabora con numerose associazioni locali nella didattica e divulgazione della geologia dei Campi Flegrei.
http://www.campiflegrei.eu

Articoli Simili

Lascia un commento

Top Menu
Translate »
error: Il contenuto del sito è protetto