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Conca di Agnano: un plastico mostra quando c’era il lago

Per favorire uno straordinario viaggio nel tempo e sostenerne anche l’importanza della preservazione e la conoscenza di un bene storico e naturale, patrimonio di tutti, nel 2013 quattro amici amanti della memoria dei luoghi realizzarono un plastico della conca di Agnano riferito all’epoca in cui vi era presente anche un grande lago. Insieme alla soddisfazione della realizzazione del manufatto il proposito del gruppo fu di rendere il lavoro accessibile alla osservazione anche di altre persone. Quindi l’idea della presentazione della piccola grande ”opera architettonica”, così ricca di dettagli, quale occasione per un momento speciale di coinvolgimento dei cittadini della Municipalità. Un evento culturale che ebbe praticamente luogo negli spazi espositivi delle vicine Terme di Agnano. Una riproduzione in scala, realizzata con grande cura e attenzione ai dettagli, capace di catturare l’essenza di un’area geografica, dai paesaggi naturali alle strutture umane. Frutto di accurate ricerche bibliografiche e cartografiche, oltre che di moltissime ore di manualità, il modello fu realizzato con l’intenzione, attraverso la divulgazione al pubblico del quartiere, di una più ampia comprensione del passato della Conca di Agnano di metà Ottocento.

Quindi molto più di un semplice modellino questa riproduzione, ma un interessante strumento educativo. Una vera e propria opera d’arte a livello artigianale finalizzata alla comprensione non solo della geologia del luogo, ma soprattutto per la conoscenza della storia e della cultura così viva al tempo nella quale è stata proiettata la fattiva idea ricostruttiva. Una realizzazione da considerare a ragione anche un utile supporto per studiosi, appassionati di storia o semplicemente per chi volesse scoprire un di più su questa zona in un’epoca se ne è persa oggi l’immagine collettiva. La possibilità di esplorare un intero territorio restando semplicemente fermi a guardare un modellino in scala: la magia di come un piccolo plastico possa rappresentare l’antico volto del territorio in cui si vive.

Al termine di molti mesi di intensa attività, nella primavera del 2013 fu completato il lavoro. Un’opera di grande valore storico e di gusto artistico realizzata dai “veteraniLibero Campana, con studi universitari in architettura e Giuseppe Fiore, scrittore e conservatore della memoria dei luoghi, entrambi sostenuti dai giovani Marco Cherillo e Angelo Mazzella di Bosco, ragazzi nati e residenti nello stesso Rione Pendio Agnano. La realizzazione dell’opera ha richiesto precisione e pazienza, partendo dalla mappatura accurata del territorio per passare alla creazione di rilievi, l’antico specchio d’acqua all’interno dell’antico cratere, i riferimenti a edifici e altri elementi caratteristici del sito. I materiali usati hanno visto prevalere il legno insieme con altri elementi cartonati deputati all’effetto visivo e per le esigenze costruttive desiderati.

Un plastico che rappresenta un territorio per molti versi unico, creato per far apprezzare e conoscere “più da vicino” un luogo, unendo arte, bravura, capacità, scienza e soprattutto passione per la memoria dei luoghi di residenza. Un piccolo mondo in miniatura che permette di scoprire e ammirare la bellezza e la complessità di una terra di origine vulcanica, stimolando curiosità e rispetto per lo stesso patrimonio architettonico e paesaggistico da parte degli osservatori.

Il plastico, realizzato da questo poker di appassionati che riproduce l’antica area della piana agnanese, rappresenta con grande fedeltà la posizione al suo interno di infrastrutture quali insediamenti di masserie, casali, poderi, taverne, chiese e cappelle, vie di comunicazione inclusi i siti di interesse ambientale ed archeologico. Ricostruito con cura, il lavoro in scala è stato basato su ricerche approfondite di mappe storiche, documenti d’epoca e immagini, con la possibilità di offrire alla persona interessata una visione realistica e coinvolgente su un territorio ricco di storia, con al centro l’antico bacino idrico, scomparso nella seconda metà del secolo, ma riproposto in molti straordinari dipinti.

Nel plastico dei quattro cittadini agnanesi (delle dimensioni di cm 100 x 90,6 x 8,8 cm, con un rapporto di scala di 1 : 50.000 che equivale ad un’area reale di 22,5 km2), oltre alla distesa di Agnano vengono riportati le alture circostanti degli Astroni, della Solfatara e i rilievi circonvicini di Pozzuoli, Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura. Dall’osservazione della sagoma si può notare che nonostante la presenza del lago, l’area del cratere, riprodotta con riferimento intorno al 1850, era già molto antropizzata. Per la lettura del plastico va fatto il pertinente collegamento con una grande e circostanziata mappa che mostra i vari stanziamenti di strutture sociali. All’epoca si censiva la presenza di ben 124 tra masserie, casali, poderi che svolgevano attività prevalentemente agricola, infrastrutture così distribuite •32 nel territorio di Pozzuoli, •53 nella conca di Agnano, •23 nel territorio di Bagnoli-Fuorigrotta. •16 nel territorio Soccavo-Pianura. Presenti altresì •6 taverne caserecce e 19 tempietti tra chiese e cappelle.

Una presentazione certamente coinvolgente e educativa lasciata in esposizione nell’hotel delle Terme di Agnano. Un manufatto artigianale che ancora oggi è reso disponibile da Libero Campana per eventi culturali, scuole o anche da semplici appassionati che vogliono condividere la loro passione per la comprensione del territorio.

Per rendere l’esperienza ancora più memorabile questa sorte di ponte tra i tempi andati e quelli presenti, in cooperazione la Società delle Terme, fu organizzato un convegno aperto al pubblico al quale partecipò il vulcanologo professore Giuseppe Luongo.

Una iniziativa non solo come un’occasione per ammirare un modello in scala, ma anche un modo per valorizzare e preservare il patrimonio storico del territorio. La possibilità di riscoprire com’erano la vita in una zona così importante come la piana di Agnano e i posti che la circondano e come il luogo si è intanto evoluto nel corso tempo.

La presentazione del plastico rappresentò un momento di grande valore culturale, avvicinando il pubblico alla storia locale in un modo tanto coinvolgente quanto emozionante. Un collegamento ideale verso un’altra epoca ma sullo stesso luogo che permise a tutti i partecipanti di scoprire e valorizzare ancor più le radici della loro terra, con l’opportunità per gli intervenuti all’incontro di porre domande e di approfondire aspetti specifici della storia locale.

Per la realizzazione del modello in scala, furono consultate numerose cartografie di riferimento, tra cui: La “Mappa topografica della città di Napoli e de’ suoi contorni” di Giovanni Carafa duca di Noja del 1775; la “Topografia dell’agro napoletano” di Giovanni Rizzi Zannoni del 1793. La “Pianta topografica della città e territorio di Napoli” di Luigi Marchese del 1803 e quella del “Real Bosco degli Astroni” del 1802. Gli archivi SEPSA-Cumana fornirono la “Mappa di studio” del 1880. Oltre al recupero di mappe I.G.M. Istituto Geografico Militare ed anche della Provincia di Napoli; altre piante catastali relative agli anni 1818-1890 furono recuperate presso gli archivi del Comune di Pozzuoli.

Aldo Cherillo

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Redazione
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