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Attività sismica di fine Aprile – Sciame sismico – considerazioni

Dalle 3.38 del 26 aprile 2024 l’Osservatorio Vesuviano ha avuto inizio uno “sciame sismico” nell’area flegrea e quasi subito (alle 3.47) si è avuto un terremoto di magnitudo 2.2. Nelle ore successive si sono susseguiti decine di eventi che hanno avuto energia variabile fino ad un massimo di magnitudo 3.9 (il 27 Aprile ore 5.44)

Uno sciame sismico in area flegrea, viene classificato dall’Osservatorio in base ad alcune regole codificate:

  • 4 eventi in 30 minuti, almeno 1 con Md ≥1.5

Oppure

  • 10 eventi in 1 ora, tutti con Md ≥0.0 e almeno 1 con M d ≥1.0
  • La fine dello viene considerato dopo almeno 3 ore dall’ultimo evento registratocon magnitudo di almeno 0° (Si ricorda che la magnitudo può essere anche negativa) .

Di seguito il link delle comunicazioni dell’Osservatorio Vesuviano dove si evincono queste ed altre utili informazioni:

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/attivita-di-monitoraggio/procedure-di-comunicazione?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR25b_x-qAZ6BCTCLhOjeu-DwIV2F7pEDsxBDv_Mesi2gkRWqPRUeHJs80w_aem_ATxVV4T1XFlk5vPxWSb9LYiFjtk_xOSvxb0bG7oSF0w8ggXEnU3_obF5H4mlV4dsajOHDj4tuzx8R3Zkd9QeEUUH

In base a queste “regole” l’attività sismica considerata in questo articolo ha avuto una durata di circa 48 ore.

Essa è seguita ad altri sciami sismici precedenti, più o meno lunghi.

Da un’analisi degli epicentri dei terremoti si è potuto notare una certa distribuzione degli epicentri: il sisma di magnitudo 3.9 è avvenuto nel golfo di Pozzuoli verso Baia – Miseno ad una profondità di circa 3 Km. Altri terremoti si sono verificati in zone più prossime alla costa (sempre a mare) nei pressi di via Napoli a Pozzuoli (esempio alle 8.18 del 27 Aprile magnitudo 2.0 a 2.5 Km di profondità) ed altri ancora sulla terraferma in un’area non distante dai Pisciarelli – Solfatara (esempio il sisma alle 3.47 del 26 Aprile magnitudo 2.2 a 2.3 Km di profondità).

Si evidenzia quindi che gli epicentri sono dislocati in più zone all’interno della caldera, ciò evidentemente è determinato da fratture differenti pur afferenti alla stessa origine vulcanica del bradisismo.

La conclusione del suddetto sciame sismico non è stato, purtroppo, la conclusione dell’attività sismica che si sta avendo nei Campi Flegrei. Ciò è avvenuto in passato e sta accadendo anche in questo caso. Infatti sono stati registrati altri eventi, inseriti anche in due ulteriori sciami sismici anch’essi terminati.

Si ricorda che allo stato attuale delle conoscenze, i terremoti non sono prevedibili ed è lo stesso per i meccanismi di rottura all’origine delle sequenze sismiche. Talvolta si ha una scossa principale a cui ne fanno seguito altre minori, a volte la scossa principale può verificarsi “nel mezzo” di uno sciame. A volte può accedere che ci siano più scosse percepite dalla popolazione. Talvolta la scossa principale determina la conclusione dello sciame.

A volte lo “sciame sismico” si evolve con scosse di magnitudo tutte simili tra loro senza eventi principali.

Ritengo utile parte di un post Facebook datato 10 ottobre 2023 del Prof Luongo (Docente emerito della Federico II e già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano durante la precedente crisi bradisismica dell’82-84).

Secondo il modello meccanico del fondo della caldera rappresentata da una piastra sottoposta ad un carico costante, questa può deformarsi nel corso del tempo se il suo comportamento è in parte elastico e in parte viscoso. Il comportamento elastico si manifesta con i terremoti quando il mezzo, accumulando energia elastica per la spinta dal basso, raggiunge il limite di rottura e libera l’energia con un terremoto, la deformazione del suolo (ricordiamo gli spostamenti lungo le faglie per i grandi terremoti), e, in gran parte, calore (i terremoti sono accompagnati anche da processi che generano calore nelle rocce). Il comportamento viscoso delle rocce è caratterizzato da deformazioni (sollevamento) senza fratture. Quindi il sollevamento fino a quando agisce il carico (la spinta dal basso) procede con un andamento di fondo continuo, intervallato da contributi transienti, associati agli eventi sismici di più elevata magnitudo (energia).”

Lo stesso Prof Luongo il 1 Aprile 2024 (sempre su Facebook) nel ricordare lo sciame sismico del 1 Aprile del 1984 tra l’altro scriveva “Sciami sismici importanti erano accaduti più volte nel corso della crisi bradisismica del 1982-84, come quello che seguì il terremoto del 4 ottobre 1983, di magnitudo 4.0 e intensità del VII grado MCS (Mercalli, Cancani, Sieberg) Lo sciame del 1° Aprile si sviluppò come una vibrazione quasi senza interruzione, tanto frequenti erano i sismi, da simulare quasi il tremore che accompagna l’incremento dell’attività nei vulcani a condotto aperto, prima di un’eruzione”.

E’ evidente che quello sciame ha avuto caratteristiche del tutto differenti da quelli che si stanno susseguendo nei Campi Flegrei ultimamente.

Si riporta ciò che viene scritto sulla deformazione del suolo nell’ultimo bollettino settimanale emesso il 30 Aprile e relativo alle osservazioni tra il 21 e 28 Aprile

Da gennaio agli inizi di aprile 2024, il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è stato di circa 10±3 mm/mese alla stazione GNSS di Rione Terra (RITE) . Dal 9 al 16 aprile ( sono stati registrati alla stazione GNSS di RITE due episodi di sollevamento del suolo, rispettivamente di circa 1 cm (9-10 aprile) e 0.5 cm (15-16 aprile). Questi due episodi sono stati registrati anche dalle altre stazioni GNSS vicine a RITE in un raggio di circa 2-3 km, con valori progressivamente decrescenti allontanandosi dalla zona di massima deformazione Successivamente (intervallo 17-29 aprile, non si sono registrate deformazioni significative ad eccezione degli ultimi due giorni, successivi all’evento del 27 aprile. In totale negli ultimi 21 giorni si registra un sollevamento nell’area di massima deformazione di circa 2,5 centimetri. Una stima affidabile della velocità di sollevamento media su base mensile potrà essere fatta con i dati delle prossime settimane”.

Per una lettura dell’intero documento (e di quelli precedenti rimando al seguente link ufficiale:

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/boll-sett-flegrei/anno-2024

Ritengo utile fare alcune considerazioni sui terremoti e sulla loro percezione da parte della popolazione:

La percezione dei terremoti facilmente induce in errore: essa non può in alcun modo sostituire il calcolo strumentale delle magnitudo effettuate da specialisti che analizzano i grafici a loro disposizione nella sala sismica.

La popolazione di Pozzuoli (e zone limitrofe) avverte spesso scosse anche con magnitudo molto limitate e ciò è dovuto alla vicinanza dagli epicentri più frequenti (e dagli ipocentri piuttosto superficiali). Nell’area di Bacoli- Monte di Procida, e ancor più a Procida ed Ischia, è più raro che si avvertano terremoti afferenti a questa crisi, ciò accade soprattutto per eventi di una certa energia con epicentri dislocati quasi al limite della caldera flegrea nel suo lato occidentale (verso Baia – Miseno)Gli ipocentri in quest’area a volte sono un po’ più profondi (4-5 Km) e ciò presumibilmente è dovuto ad un minor gradiente geotermico con le rocce che possono avere un comportamento fragile a profondità leggermente più elevate.

Si vuole infine precisare che il complesso del Somma-Vesuvio ha un’attività indipendente da quella flegrea (ed Ischia). La sua attività recente rientra nella dinamica normale del vulcano che al momento non mostra alcun segno di risveglio e che ha spesso registrato un certo numero di eventi sismici talvolta percepiti dalla popolazione.

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Pierluigi Musto
Pierluigi Musto nasce a Napoli il 27 luglio 1962, dopo il diploma di maturità al liceo scientifico si laurea in Scienze Geologiche e si abilita alla professione di Geologo. Si abilita all’insegnamento in Matematica alle scuole medie e in Geografia per gli istituti tecnici. Dal 2007 è docente in ruolo in matematica e scienze nella provincia di Napoli. E’ autore del sito www.campiflegrei.eu. E' autore del libro :" Elementi di Geologia dei Campi Flegrei e della Piana Campana" Da numerosi anni si interessa della promozione del territorio flegreo collaborando tra l’altro nell’organizzazione dell’evento ricorrente “Malazè”. Collabora con numerose associazioni locali nella didattica e divulgazione della geologia dei Campi Flegrei.
http://www.campiflegrei.eu

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