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Le colonie marine da Bagnoli a Coroglio tra ‘800 e ‘900. Il racconto di Gennaro Masullo, titolare del “Lido Fortuna 1891” | Intervista di Antonio Cangiano

“Il bambino desidera il mare, forse perché alla spiaggia vive libero da qualsiasi costrizione e lo sguardo suo si perde nell’infinito mettendo un termine alla sua insaziabile curiosità, o forse per il movimento delle acque con le rinnovantisi onde spumose, stante che per lui: Nel moto è la vita ; l’inerzia è languor, è tomba dell’alma, è morte del cuor. Ed il mare, come corrispondendo al gentile affetto del bimbo, lo rimunera, purificandogli il sangue viziato, rigenerandolo e inoculandogli dolcemente una vita nuova”. E’ quanto affermava Giuseppe Barellari, un grande medico filantropo che in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, si batté strenuamente per attivare la profilassi igienico-climatica dei bambini meno abbienti. E fu anche per merito suo che dall’ultimo scorcio di ‘800 nell’Italia meridionale si poterono annoverare molti ospizi marini, tra cui quello fondato a Posillipo per i pescatori, poi aperto ai bambini nel 1883. A questi istituti di accoglienza ne seguirono molti altri aperti lungo le città della costa meridionale del Paese tra cui quello di Bagnoli a favore dei bambini più gracili e deboli: tra questi l’Istituto Ortopedico Ravaschieri, aperto nel 1906.

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Nella foto bel box gli ospiti dell’Istituto Ravaschieri sotto gli occhi vigili delle religiose che li assistevano
Nella foto gli ospiti dell’Istituto Ravaschieri sotto gli occhi vigili delle religiose che li assistevano

Gennaro Masullo è il concessionario dell’ultracentenario Lido Fortuna 1891, un “Conservatore” della memoria storica degli impianti termali e marini lungo la fascia costiera compresa tra La Pietra e Coroglio. Cittadino bagnolese DOC, Masullo è titolare di un ricco archivio documentale e fotografico sulla storia del territorio. Il nonno di questo “Moderno Conservatore” ebbe a sua volta il suo nonno quale primo realizzatore del “Bagno Fortuna” che nella prima metà dell’Ottocento riuscì per primo ad abbinare cure termali a quelle marine. Un rito annuale che spostava la vita estiva di Bagnoli sull’argine del mare: il “Rito estivo di Bagnoli” è compreso in una poesia di un Gennaro della dinastia Masullo, venuto a mancare a soli 33 anni nel 1944, che nei versi stringeva il sole all’infanzia:

Cieco Sole, l’infanzia …

E una leggiera città su palafitte apre l’estate

Mossa da una sensibile riviera

Per fornire alle barche

Le svagate arie d’un tempo

A questo attuale discendente della dinastia Masullo abbiamo chiesto di parlarci degli avvenimenti più celebrati messi in atto da istituzioni pubbliche e private a favore dei bambini più bisognosi con impianti lungo la costa dell’antica “Balneolis”, sito con clima che la natura favorevolmente aveva offerto al luogo.

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Signor Masullo, ci può ricordare che cosa era il “Ravaschieri”.

Istituto Ortopedico Teresa Ravaschieri fu fondato nel 1900 da quella grande anima che fu la duchessa Ravaschieri Fieschi, nata Filangieri, per il ricovero e le cure dei poveri deformi di Napoli. La Nobildonna venne a mancare nel 1903 ma l’Istituto non cessò di funzionare anzi, ad integrazione delle cure, la struttura di cura si dotò anche di un ospizio marino, presidio assistenziale posto proprio nei pressi dello stabilimento balneare fondato dai miei antenati. A completare l’opera “della” Ravaschieri (sempre al femminile dai residenti) fu inaugurato nel 1906 pure un ospizio marino alla presenza dei duchi d’Aosta. Modesto da principio, l’ospizio realizzato su suolo di proprietà della mia famiglia, ebbe un ampliamento strutturale e divenne permanente nel 1917. Questa pertinenza del “Ravaschieri” in riva al mare chiuderà in seguito alle mareggiate del 1927, per essere ristrutturato dall’Alto Commissario alle Opere Pubbliche con lavori di sottofondazione che daranno alla luce una sorgente termale. La struttura fu abbattuta nel 1983″.

A proposito di asili e di mare, cosa potrebbe dirci sull’asilo sulla nave Caracciolo.

“Tra le Istituzioni che svolsero opera profilattica e di cura all’infanzia nella provincia di Napoli nell’anno 1926 è da annoverare anche la Nave Scuola “Caracciolo” per i bambini avviati alla libera vita del mare. La nave scuola accolse dal 1913 al 1924 un buon numero di scugnizzi (circa 350) per educarli arti e mestieri e, in special modo, alla vita di pescatori e marinai. La parte educativa fu affidata alla signora Giulia Civita Franceschi. Sui marinaretti “Caracciolini” sono lieto annunciare che  presso il Museo del Mare di Napoli, proprio quello che vediamo alle nostre spalle, è stata realizzata dalla professoressa Maria Antonietta Selvaggio della Fondazione Tethys, una splendida mostra con interessanti pannelli espositivi sull’opera della signora Civita. Stimolante sapere che i sistemi di insegnamento messi in atto sulla nave “Caracciolo” fu molto apprezzata anche da una missione del Sol Levante incaricata di ispezionare le istituzioni scolastiche del mondo, per portare in patria materia sufficiente per le riforme scolastiche da effettuarsi in Giappone. In estate, agli esercizi consueti di nuoto e canottaggio, si aggiungono i benefici offerti dai bagni di mare per tutti indistintamente, anche per i piccoli non ancora allenati alla vita marinara”.

Nella memoria di Bagnoli c’è stata una scuola femminile intestata alla figlia di Giuseppe Garibaldi?

“Non una scuola, ma una colonia marina diurna intitolata a “Rosa Garibaldi” allestita sulla spiaggia di Bagnoli. A Bagnoli nel 1925 il Patronato Femminile della Scuola intitolata alla figlioletta di Giuseppe Garibaldi, Rosita, venuta a mancare all’età di due anni. Venne istituita una colonia diurna sulla spiaggia di Bagnoli destinata ad per accogliere per i bagni di mare le alunne povere e gracili delle scuole elementari locali. Si costruirono due baracche, collegate da una terrazza, sulla spiaggia dove si dava accoglienza ad alunne tra i 6 e i 14 anni. Le istitutrici dedicarono amorose cure alla nuova istituzione, la quale nel 1926 estese la sua opera di bene a un maggior numero di bimbe di operai, bisognose di cure. Nel ritratto, attribuito a Gaetano Gallino, pittore combattente in Sud America, Rosita, con il nome della nonna paterna, è elegantemente vestita ed è affiancata da un cagnolino saltellante”.

Quali furono le iniziative di amministrazioni pubbliche per i bambini di Napoli?

“Dall’inizio del 1929 era funzionante sul litorale di Coroglio una struttura sanitaria diurna per la cura dei minori più gracili. La direttrice generale degli Asili d’Infanzia dell’epoca rivolse al Comune di Napoli la proposta di mandare alla spiaggia di Coroglio i bambini più gracili predisposti degli asili d’infanzia della Città. L’amministrazione municipale accolse la proposta e dispose per il funzionamento della Colonia marina. Come luogo di ritrovo e per la refezione fu scelto l’asilo intitolato al Maggiore dei Bersaglieri Ciciriello, caduto al fronte. Per il trasporto dei bambini si misero a disposizione delle carrozze tramviarie da Napoli a Bagnoli e degli autobus da Bagnoli a Coroglio. Agli inizi degli anni ’30 fu istituita, nella stessa area, la colonia permanente infantile intestata a “Maria Cristina di Savoia” che negli anni ’50 divenne una colonia marina del Comune di Napoli. Fino a quando ha funzionato, al momento non me lo ricordo! Per il contenuto di testimonianze di quanti hanno usufruito di queste colonie ho esposto fino a qualche giorno fa un cartello intitolato “Colonie””.

Se diciamo Bagnoli ridiciamo ovviamente ILVA, il grande complesso industriale sorto proprio vicino al mare. Insieme alla metallurgia l’ILVA si interessò anche del benessere dei figli dei dipendenti più bisognosi?

“Prima di rispondere alla domanda sull’ILVA, per noi residenti chiamato “O’ Cantiere”, vorrei ricordare l’ospizio intitolato a “Pasqualino Cafaro”, il figlio dell’ing. Salvatore e di Carmela Ferrara. Il ragazzo, appena sedicenne, morì di tifo negli anni ‘40, malattia infettiva all’epoca con esito anche infausto; la mamma, che non lo volle lasciare solo neanche un minuto, morì anch’essa dello stesso morbo dopo solo tre settimane. In memoria di Pasqualino il padre finanziò, oltre a numerose opere di bene, pure un asilo all’aperto, posto in un grande giardino dell’ex rione Ferrara di Bagnoli, oggi scomparso. La madre du inumata insieme al ragazzo nella chiesa di san Pasquale Baylonne su via di Pozzuoli, quella che possiamo vedere appena qui fuori, tempio realizzato a spese del benefattore bagnolese tra il 1942 e il 1944. Per quanto riguarda il contributo offerto dal “Cantiere” ai propri dipendenti, la risposta è certamente affermativa. “Ferropoli”, oltre ad un aspetto meramente istruttivo dei lavoratori siderurgici, volle organizzare anche colonie marine dedicate allo svago e al benessere dei figli dei dipendenti più bisognosi”.

E Lei, che vive tra la gente che sa apprezzare il valore dell’ambiente marino, quali benefici riesce a captare nei volti delle persone e nelle manifestazioni dei bambini?

“Avverto una ricchezza. Secondo me è la gioia che offre l’aria del litorale, ricca di iodio. Il mare, lo dicono i pediatri, fa bene ai bambini soprattutto se soffrono d’infiammazioni alle vie respiratorie, riniti, allergie o asma. E poi lo vediamo, guardi lei stesso. Per i bambini (quello più discolo è Gennaro Masullo figlio di Adriano vicino alla cuginetta Miranda figlia di Antonio), lo può vedere da sé; trascorrere del tempo al mare è fonte di gioia e di divertimento. L’ambiente balneare fa bene ai bambini perché si muovono di più! Passeggiate, bagni e giochi, non solo tengono i piccoli in movimento, ma contribuiscono pure a tenere in una migliore forma fisica anche gli adulti, portando a tutti una più buona ossigenazione del sangue. E non solo questo. Voglio parteciparvi una gioia di cui posso godere ogni giorno: quella offerta alla mente attraverso lo sguardo sulla lontananza, che potendosi allungare sul mare senza ostacoli del golfo di Bagnoli, migliora l’umore”.

Antonio Cangiano

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