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IL FILO VERDE, l’esordio narrativo di Angela Schiavone

Al suo esordio con la narrativa il poeta Angela Schiavone ci regala un delicato romanzo – IL FILO VERDE (Homo Scrivens) – dalle venature poetiche, in cui racconta il trasferimento dal nord al sud di sua zia Marianna e della sua famiglia alla fine del diciannovesimo secolo. Un romanzo denso di emozioni dove realtà e fantasia si intrecciano in un sussurrato ricamo di amarezze e misteri come se l’autrice, mentre racconta, chiedesse scusa ai protagonisti per il proprio ardire di parlare di loro.

La trama ben strutturata, cui si associano dialoghi convincenti, consente al lettore di seguire la vicenda come se assistesse a un film. Spesso chiedendosi dove finisce la realtà e inizia la fantasia.

La descrizione dettagliata della città del sud sede del trasferimento lascia ben pochi dubbi che si tratti di Pozzuoli, città di origine dell’autrice. Eppure mai viene esplicitamente nominata, facendo sorgere nel lettore la domanda, “perché?”.

Un perché al quale, chi conosce il carattere schivo e pudico dell’autrice , risponde “per rispetto!”: la Schiavone ama Pozzuoli e proprio per questo, pur citando il tempio di Serapide, la rocca del Rione Terra, i Cantieri Armstrong e altri luoghi caratterizzanti il capoluogo flegreo mai la chiama per nome. Non vi è nulla di più rispettoso del silenzio.

Per la sua epoca Marianna, donna dal carattere forte e deciso, diplomata al magistrale ma che rinuncia all’insegnamento per occuparsi della famiglia nel momento in cui la madre verrà a mancare, può definirsi una femminista ante litteram. Ciò la renderà amata dalle donne del sud nel momento in cui inizierà a farsi conoscere frequentandole. Non solo Marianna si dedicherà alla loro educazione e assistenza e a quella dei loro figli. Ma nel momento in cui Maricella, quattordicenne al servizio di una ricca famiglia del posto,  sparirà, indagherà sulla sua scomparsa inimicandosi il potente signore ma assicurandosi la stima delle donne e anche degli uomini che fino a quel momento la guardavano con aria dubbiosa perché una donna che legge, scrive e fa domande è pericolosa.

La storia di Marianna è la storia della donna di ogni epoca e quel Filo Verde che dà il titolo al romanzo non è solo il filo di speranza che accompagna nel loro esodo dal nord al sud Marianna e i suoi familiari. Esso rappresenta quella speranza che accomuna da sempre le donne affinché verrà un tempo in cui non dovranno più sentirsi emarginate e sottomesse agli uomini per questioni di genere ma potranno liberamente essere se stesse sentendosi apprezzate per la propria intelligenza e non perché belle e desiderabili. 

Le ombre che animano le case in cui Marianna vive richiamano alla memoria La Casa Degli Spiriti della Allende e saranno proprio loro a spingerla alla ricerca della verità. Una verità amara, nota a tutti eppur taciuta. Questa volta non per rispetto ma per timore.

Alla fine di ogni “spazio”, non capitolo, la presenza del “coro” esplica in poche frasi il senso di quanto si è letto riportandoci alla memoria i cori della tragedia greca. Questo aspetto insolito ma innovativo, derivante dalla formazione classica dell’autrice, aumenta il pregio letterario del romanzo che rientra tra quei libri che vorresti non finissero mai. 

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Vincenzo Giarritiello
Nato a Napoli, ma da oltre vent’anni residente a Pozzuoli, Vincenzo Giarritiello alterna all’attività di scrittore quella di giornalista per passione. Nel 1997 ha pubblicato “L’ultima notte e altri racconti” e nel 1999 “La scelta”. Nel 2017 ha ristampato “La scelta” e nel 2018 ha pubblicato il romanzo breve “Signature rerum” ambientato nei Campi Flegrei. Nel 2019 ha stampato “Le mie ragazze rom scrivono” e “Raggiolo uno scorsio di paradiso in terra”. Nel 2020 ha editato la raccolta di racconti “L’uomo che realizzava i sogni”. Ha pubblicato con le Edizioni Helicon il romanzo “Il ragazzo che danzò con il mare”. Ha collaborato con le riviste online “Giornalewolf.it” e “Comunicare Senza Frontiere”; con quelle cartacee “Memo”, “Il Bollettino Flegreo”, “Napoli Più”, “La Torre”. Fino al 2008 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi a Pozzuoli e all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Attualmente collabora con l’associazione culturale Lux in Fabula con cui ha ideato la manifestazione “Quattro chiacchiere con l’autore”. Nel 2005 ha attivato il blog “La Voce di Kayfa” e nel 2017 “La Voce di Kayfa 2.0”. Dal 2019 è attivo il suo sito www.vincenzogiarritiello.it
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