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Ponticelli, inaugurazione della sede dell’associazione Report intitolata alla vittima innocente di camorra Felice De Martino

Ci sarà il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho a Ponticelli per l’inaugurazione della sede dell’associazione Report intitolata alla vittima innocente di camorra Felice De Martino.

L’evento si terrà sabato 12 giugno alle 10 in via Cupa San Pietro 40 nel quartiere della periferia orientale della città ed è promosso insieme a Sos Impresa – Rete per la Legalità e Libera contro le mafie.

L’associazione Report è dedicata alla memoria del ventiseienne, giovanissima vittima innocente della criminalità del quartiere Ponticelli, rimasto ucciso il 6 gennaio del 2000 nel corso di un agguato di camorra. In questi anni l’impegno di Report è stato finalizzato alla promozione della cultura della legalità e della giustizia in un quartiere complesso della periferia est della città.

La storia di Felice

Felice De Martino, nasce a Ponticelli, quartiere di Napoli. La famiglia De Martino negli anni 70 vive a Via Napoli 88, nelle famose ‘curtine’(corti), Felice nasce nel 1973, primo di 8 fratelli in una tipica famiglia numerosa, con nonno e zio. Era il 6 gennaio del 2000, si svegliò con sintomi influenzali. Passò la giornata con qualche amico e con la famiglia. La sera giocava il Napoli. La guardò insieme a 2 fratelli in un locale del quartiere e poco dopo andarono a casa. Chiacchierò pochi minuti con la mamma, le disse che andava al bar per prendere un cappuccino e poi sarebbe ritornato per andare a dormire, non si sentiva in forma, così da solo, si diresse nel bar di piazza Aprea a Ponticelli. Poche chiacchiere con qualche amico incontrato per caso, era giorno di festa e la piazza era gremita di giovani che passavano ore spensierate. Felice si gustava il suo cappuccino al bar.

All’improvviso le grida della folla si sollevavano dalla piazza, sempre incuriosito, si diresse sull’uscio della porta del bar che affacciava sulla piazza, per capire cosa succedesse. Erano degli spari…le grida quasi coprivano i colpi di pistola. Sull’uscio della porta si fermò insieme ad un amico che stava al bar (così raccontò questa persona poco tempo dopo a 2 dei suoi fratelli una sera, con la scusa di una serata al cinema). Sull’uscio del bar, Felice capì il pericolo, l’amico a fianco a lui si sentì dire da Felice: “Salvatore entra che stanno sparando”, contemporaneamente si girò verso la sua sinistra per spingere l’amico all’interno del bar. Con questo movimento scoprì il costato destro, dove penetrò la pallottola vagante che arrivava dalla piazza. Rientrò subito all’interno del locale, pochi minuti dopo disse al barista che si sentiva strano e un senso di freddo incominciava ad invadergli il corpo. Si accasciò al pavimento…fu il suo ultimo gesto altruistico. Nel frattempo, il bar chiuse le porte per non far entrare nessuno, la calca era tanta. Qualcuno si accorse che Felice non rinsaviva. Fu portato in ospedale. Emorragia interna. Non ci fu più niente da fare. Ai suoi funerali si contavano circa 4.000 persone. Aveva mantenuto la sua promessa: “Quando morirò, piazza Aprea, la riempirò di una folla di gente come all’uscita della Madonna della Neve”. Non mancava nessuno, tutta Ponticelli, di qualsiasi estrazione era presente. Aveva 26 anni. 

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Redazione
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