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Rebecca Horn in mostra con “Passing The Moon of Evidence”

Presso lo studio Trisorio in via Riviera di Chiaia 215, Rebecca Horn ha esposto la sua mostra personale dal titolo Passing The Moon of Evidence a partire da maggio 2018.

Un’atmosfera onirica accoglie lo spettatore che nelle vetrine, che danno il nome all’esposizione, potrà scorgere farfalle meccaniche che aprono e chiudono le ali sospese tra rocce vulcaniche e rami dalle estremità d’oro. Più avanti due specchi di forma circolare evocano il movimento del sole e della luna e la relazione tra il principio maschile e quello femminile nell’equilibrio cosmico, dualismo caro alla poetica dell’artista.

Nell’opera Aus dem Mittelalter entwurzelt due aste in ottone di diverse altezze, fissate in un paio di scarpe di foggia medievale, ondeggiano avanti e indietro senza mai incontrarsi facendosi metafora dell’incessante scorrere del tempo.

L’opera Im Kreis sich drehen presenta movimenti ritmici che si trasmettono nello spazio da una scultura all’altra, sviluppando tra di esse un incessante movimento dialettico.

Non solo sculture ma anche disegno: è possibile, infatti, ammirare Portrait of Gesualdo del 2008, uno dei body landscapes più celebri dell’artista ovvero opere che Horn realizza tenendo conto dell’estensione del suo corpo: una sorta di raddoppiamento anch’esso, uno specchiarsi davanti alla superficie che conserva un’ideale linea del corpo e, al suo centro, il cuore. Quest’opera, ispirata alla vicenda sanguinaria e controversa di Carlo Gesualdo, nobile compositore napoletano e assassino della sua prima moglie Maria d’Avalos e dell’amante di lei, Fabrizio Carafa, chiude il cerchio su un’idea di relazione che, in quanto tale, non è mai univoca, trovando nel suo opposto la sua forza, ma anche la sua debolezza.

Artista poliedrica, Rebecca Horn apprende l’arte del disegno dalla sua governante rumena amandolo fin dal principio per la sua potenza espressiva di carattere universale capace di arginare le barriere linguistiche e socioculturali. È l’arte a salvarla dalla solitudine quando dopo il conflitto mondiale vive in prima persona l’astio nei confronti dei tedeschi e della Germania, la sua patria. Nel 2017 è stata la prima donna a ricevere il prestigioso Wilhelm Lehmbruck Prize, come riconoscimento per il suo lavoro e per la sua poetica che hanno profondamente influenzato le arti scultoree tra XX e XXI secolo.

Sarà possibile visitare la mostra fino al 15 ottobre 2018.

Lunedì – Venerdì
10.00 – 13.30 / 16.00 – 19.30
Sabato
10.00 – 13.30

 

 

Alessia Rosano
Nata a Napoli nel 1991. Coltiva fin da bambina un grande amore per gli studi classici che l’accompagna fino alla laurea magistrale in Filosofia conseguita nel 2017. Attualmente si occupa di comunicazione in ambito culturale e sociale e di formazione mirando giorno dopo giorno ai suoi sogni nel cassetto: l’insegnamento e la divulgazione culturale. Nel tempo libero ama leggere e scrivere.

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