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Dove finiscono i sogni? L’arte pittorica che prende vita…

In una giornata dedicata alla passione dei cortometraggi in cui vengono assegnati premi per la rassegna “Corti Sonanti” l’artista contemporaneo Walton Zed aveva presentato presso il P.A.N. il suo cortometraggio “Dove finiscono i sogni?”.  Oggi, a distanza di quasi 2 anni da quel 25 Novembre 2016 ,il cortometraggio torna in auge raccogliendo numerose visualizzazioni. Durante un’intervista   l’artista ha dichiarato che “il processo di realizzazione di un video, prodotto interamente da una personalità creativa, segue una tecnica inversa a quella studiata a tavolino da un tecnico della regia”. Zed infatti ci spiega che egli,  a partire da un suo ricordo della celebre scena tratta da “Ladri di biciclette” in cui il figlio è preso per mano dal papà,  ha creato il dipinto iniziale. L’immagine, secondo la sua arte di stile espressionista, è rappresentata da un bambino appena abbozzato che è accompagnato dal genitore in un’atmosfera più post apocalittica che post moderna.  Il Zed artista si immedesima nel Zed infante e a suon di musica si incammina verso la fine che avviene in concomitanza col risveglio di una donna che ,aprendo gli occhi, mette fine all’esistenza dei due personaggi e quindi al sogno. Walton Zed dà voce alla  sua poetica ed evidenzia un particolare importante: tutti i personaggi non hanno la bocca; solo un pupazzetto che chiude il corto ne possiede una. L’assenza della parola coincide con l’intenzione di trasmettere emozioni silenti, immagini immediate che non necessitano di spiegazioni, impeti travolgenti incomunicabili. Le immagini sono trasmesse l’una dopo l’altra come flash cinematografici che risuonano dentro ad ogni scatto. Ed è proprio questo che distingue un artista che vuole suscitare passioni e non interrogativi, sensazioni e non razionali convinzioni ,da un regista specializzato nell’inviare messaggi più ragionati e meno spontanei. Dall’immagine inerte al flusso di scene in movimento, il corto è tutto lì e l’effetto finale è solo la conseguenza di un’ispirazione che termina nel momento in cui l’opera è compiuta e trasmessa all’attenzione di nuovi sguardi.           

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Martina Bruna Chiaiese
Nata a Napoli nel 1994. Fin da bambina è sensibile al mondo della cultura e della scrittura. Ha frequentato il Liceo Classico Antonio Genovesi grazie al quale matura un grande interesse per la lingua e la letteratura italiana e inglese. Si iscrive all’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e nel 2017 consegue la laurea in Lingue, Lettere e Culture Comparate nelle lingue inglese e cinese. Attualmente frequenta il corso di Laurea Magistrale in Lingue e Civiltà Orientali approfondendo lo studio della lingua, la storia, l’archeologia e la letteratura cinese. In ambito giornalistico si occupa della coordinazione del quotidiano on-line L’Osservatorio Flegreo ed è direttore della testata QuiCampiFlegrei. La sua passione è lo sport.

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