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“The Moon is a dry Bone”, l’ultimo lavoro di Corde Oblique. Intervista a Riccardo Prencipe

L’ultimo arrivato si chiama “The Moon is a dry Bone“. È il nuovo album di Corde Oblique, il progetto musicale ideato dal maestro Riccardo Prencipe. Nel lavoro c’è sempre e comunque un’anima flegrea che contraddistingue il gruppo conosciuto in Germania, Russia e persino in Cina.  

Il genere è progressive-ethereal-neofolk. Dal 2000 Prencipe ha pubblicato sette album. I brani originali proposti dall’ensemble sono tematicamente connessi al patrimonio storico-artistico italiano. Nel 2005 il progetto Lupercalia viene ribattezzato Corde Oblique, creando una sorta di “bottega degli artisti del suono“, un progetto aperto a numerose collaborazioni.

Intervista al maestro Riccardo Prencipe

Quali novità in “The Moon is a dry Bone”?

“Sicuramente c’è un nuovo sound, oltre ad un mixaggio molto accurato. I brani sono più brevi rispetto all’ultimo disco. Ho cercato soluzioni di impatto sulla breve durata. Ho adoperato anche la chitarra elettrica e pedali come il sustain, o effetti come l’e-Bow. La nostra musica è altamente contaminata da elementi apparentemente diversi”.

Nella tue musica, nei tuoi testi c’è un continuo riferimento alla tua terra d’origine. In che modo ti accompagna la terra del mito?

“Da sempre sono legato ai Campi Flegrei, essendoci nato. È un’osmosi naturale, nulla di voluto, il mio suono trasuderebbe Meridione e Mediterraneo in ogni caso, faccio semplicemente quello che sono e non imito il sound di altre terre. Spesso mi capita di sentire ottimi musicisti che sono il clone di musicisti famosi. Personalmente non sono mai stato un musicista virtuoso, ma sono spero di non essere mai somigliato a nessuno, in bene o in male”.

Prima i Lupercalia e poi, dal 2005 “Corde Oblique”. Tanti artisti, musicisti, attori e attrici, hanno partecipato ai tuoi progetti. In che modo sono scelti e in che modo sono coinvolti?

“Li scelgo in base ad una semplice empatia artistica, sono artisti che stimo e che seguo. Cerco di scrivere con loro, o per loro, cose che gli risuonino dentro, cose che siano in tono con il loro modo di esprimersi e di essere”.

Leggendo la programmazione dei tour di “Corde Oblique” emerge che siete più conosciuti all’estero che in Italia. Come te lo spighi?

“A dire il vero l’ultimo disco ha avuto ottimi riscontri anche in Italia. Ad ogni modo anche in Germania, Russia e Cina c’è un ottimo feedback, difficile spiegarsi il motivo. Probabilmente i fan di quelle terre vengono attratti da sonorità che siano allo stesso tempo mediterranee ed internazionali”.

Questo ci conferma che all’estero sono molto apprezzate le sonorità italiane…

“Estero è un termine piuttosto ampio, ci sono paesi dell’estero in cui non siamo minimamente conosciuti, ed altri sì. La nostra musica stranamente ha buoni feedback in Cina. È per questo che siamo stati invitati più volte lì a suonare ed è per questo che abbiamo un’etichetta cinese che stampa delle edizioni limitate extended con esclusiva asiatica. Le cose succedono spesso non perché c sia un “trucco”, semplicemente perché ci sono cose che rimbalzano e altre che rimbalzano meno”.

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Ciro Biondi
Giornalista, scrive prevalentemente di attualità, sociale, cultura, turismo e ambiente. E' responsabile dell'Ufficio Comunicazione della Caritas Diocesana di Pozzuoli. Ha collaborato con quotidiani e periodici. E’ specializzato in comunicazione sociale e istituzionale. Si è occupato di uffici stampa ed è presidente dell'associazione di promozione sociale Dialogos. Con le scuole e le associazioni promuove incontri su legalità, volontariato, solidarietà tra i popoli, dialogo tra le religioni e storia. E' laureato in Lettere con una tesi in Storia Medievale. E' docente di scuola statale secondaria di secondo grado. Ha ottenuto vari riconoscimenti per l'attività giornalistica. Per il suo impegno sociale, culturale e professionale nel 2013 il Capo dello Stato lo ha insignito dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica.
http://www.cirobiondi.it

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