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Cuma e la Sibilla | I luoghi dell’amore in Campania

Una delle prime colonie greche in Occidente, fondata nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. ad opera di Euboici-Calcidesi fu Cuma. 

Questo mondo lontano, frutto di diversi intrecci e dominazioni è tuttora visibile e rappresenta uno dei siti archeologici di maggiore interesse e di fascino dell’area flegrea.

All’interno del Parco Archeologico di Cuma uno degli elementi più importanti ed avvolto da un particolare magnetismo è l’antro della Sibilla, una antica galleria di tufo la cui legenda si confonde con la realtà e riporta alla luce versi lontani.

La Sibilla Cumana, la Vergine sacerdotessa di Apollo, cantata da Virgilio, dimorava in quello scuro antro, prevedendo il futuro, le sue profezie scritte in esametri erano mischiate da un vento beffardo che le rendeva spesso incomprensibili.

In realtà si trattava di una galleria militare, ma la leggenda come spesso accade ha una forza maggiore e si impone nell’immaginario collettivo.

Il visitatore che visita questo sito archeologico, resta colpito da una bellissima terrazza panoramica, da cui il mare e le vicine isole sono i protagonisti indiscussi.

Sulla parte più alta dell’Acropoli sorgeva il cosiddetto Tempio di Giove, mentre su quella inferiore sorgeva il Tempio di Apollo; questi due edifici sacri erano poi collegati tra loro da un antico asse, noto come Via Sacra, lastricato in età Augustea.

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Simona Nadalin Zanon
Laurea magistrale in Lettere Moderne, guida turistica della Regione Campania, lavora in un'agenzia marittima napoletana. Si occupa di incoming, di tours e transfer nell'ambito del territorio campano.

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