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Quando il lavoro delle donne diventa eredità e impresa: la storia di Mariarosaria Guarino di Luxelaya Estetica e Benessere

Diciannove anni non sono solo un traguardo. Possono essere una soglia, un bilancio, un modo
per voltarsi indietro e guardare avanti. Per Luxelaya Estetica e Benessere, che quest’anno
celebra il suo diciannovesimo anniversario, questa ricorrenza è l’occasione per riflettere su una
storia di impresa tutta al femminile, che unisce il lavoro alla cura, la memoria alla visione, la
famiglia all’identità.


Le sue radici affondano nel lontano 1996, quando una donna – madre di quattro figli, senza
risorse esterne, senza collaboratrici, senza babysitter – apre un piccolo centro estetico in una
traversa di via S. Nullo, a Licola (Giugliano in Campania). Un gesto coraggioso, semplice ma
potente: costruire un futuro con le proprie mani, attraverso un lavoro spesso sottovalutato, ma
ricco di valore. Non solo economico, ma relazionale, emotivo, umano.


A osservare tutto da vicino c’era una bambina, unica femmina della famiglia, che passava i
pomeriggi tra smalti, confidenze e rituali di bellezza. Senza saperlo, stava assorbendo una
visione del lavoro e del mondo che le sarebbe rimasta addosso. Oggi quella bambina è
Mariarosaria Guarino, titolare e guida di Luxelaya, che da quel piccolo centro ha ereditato non
solo un’attività, ma una responsabilità, un esempio, un’ispirazione.


Alla domanda perché hai scelto questo lavoro? risponde sorridendo: «mia madre, la sera,
nonostante lavorasse tantissime ore, tornava sempre a casa felice. Non l’ho mai sentita
lamentarsi. Invece vedevo tutte le clienti che venivano al centro e si lamentavano del loro
lavoro. Allora ho capito che quello che faceva mia mamma era davvero un bellissimo lavoro:
faceva sentire le donne più belle, più felici… e lei tornava sempre a casa col sorriso».
Per Mariarosaria, portare avanti il lavoro della madre non è stata una scelta scontata. È stata una
decisione consapevole, maturata nel tempo, sostenuta da studio, formazione, tentativi e una
grande visione. Dopo il diploma, si è iscritta alla scuola di estetica e ha iniziato a lavorare nel
centro, apprendendo giorno dopo giorno l’arte del mestiere e la profondità del rapporto con le
clienti. A soli 22 anni, ha ricevuto le chiavi del centro dalla madre. Un gesto dal forte valore
simbolico: non solo un atto di fiducia, ma un passaggio di testimone generazionale.
Da quel momento, Luxelaya ha iniziato a cambiare, ma senza mai snaturarsi. Si è trasferito in
una sede più grande, ha rinnovato i suoi spazi e i suoi servizi, si è specializzato in estetica
avanzata, ha formato un team e si è strutturato come una vera e propria impresa. Ma ha
conservato la sua anima originaria: quella di un luogo dove le donne non solo si prendono cura
del proprio corpo, ma anche del proprio tempo, della propria immagine, del proprio benessere.
Un luogo dove la relazione viene prima del profitto, e dove ogni cliente è accolta come persona,
prima che come consumatrice.


Durante la crisi del Covid, mentre molti abbassavano la saracinesca, Mariarosaria ha rilanciato. Ha investito in tecnologie, ha ampliato il team, ha ripensato l’organizzazione interna. Ha scelto
di posizionarsi nel segmento dell’estetica tecnica, altamente specializzata, con trattamenti viso e
corpo che richiedono competenze professionali non improvvisabili. Una scelta controcorrente,
che ha premiato la qualità e la preparazione, invece della logica del ribasso e della quantità.


Un futuro organizzato, con lo stesso cuore di sempre
Ma ciò che rende Luxelaya un’esperienza unica non è solo l’efficienza dei trattamenti o la
tecnologia impiegata. È la continuità di una storia. Molte clienti di oggi ricordano Mariarosaria
bambina, quando intratteneva le ospiti con giochi e racconti, mentre la madre lavorava. Oggi la
vedono donna, madre a sua volta, imprenditrice. E in quella trasformazione si riflettono anche
loro, donne cresciute insieme a quel centro, a quella storia, a quella famiglia.
Proprio perché conosce il peso del doppio ruolo, Mariarosaria ha scelto di costruire un’azienda
che rispetti il tempo e la vita di chi ci lavora. Ha deciso di chiudere il sabato, per permettere alle
sue collaboratrici – tutte donne – di vivere il tempo della famiglia senza rinunciare a quello del
lavoro. Per lei, fare impresa significa anche questo: creare modelli alternativi, sostenibili, dove la
realizzazione professionale non sia in conflitto con la felicità personale.


Luxelaya oggi è un luogo di benessere, ma anche un simbolo. Un esempio concreto di come
l’imprenditoria femminile possa generare valore, non solo in termini economici, ma in termini
sociali, relazionali, culturali. È la prova che esistono modi diversi di stare nel mondo del lavoro,
di trasmettere un’eredità, di costruire un futuro senza dimenticare da dove si è partiti.


«Tutto ciò che ho fatto – racconta Mariarosaria – l’ho fatto con l’intento di onorare il lavoro di
mia madre. Oggi sento di avere la responsabilità di restituire ciò che ho ricevuto, e di costruire,
a mia volta, qualcosa che un giorno potrà essere lasciato a mia figlia. Come mia madre ha fatto
con me.»

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Paolo Coppola
Paolo Coppola è nato a Napoli dove vive e lavora. E' un sociologo che si occupa di politiche attive del lavoro. Lavora da oltre 20 anni per l’Agenzia del Ministero cercando di capire le dinamiche complesse che regolano il mercato del lavoro. Cerca di comprendere le persone, le loro esperienze e le loro difficoltà. Si interroga sulle cause della disoccupazione, sulle sfide che i lavoratori affrontano e sulle opportunità che le politiche attive del lavoro possono offrire. E' autore di articoli su riviste sociologiche. Amante del calcio e del Napoli.

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