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IL LINGUAGGIO DELLA MONTAGNA, PINTER DI SCENA A POZZUOLI

Sabato 14 giugno, presso il Teatro San Luca di Arco Felice, a conclusione dell’annuale corso di recitazione, il laboratorio teatrale La Bottega di Teatro Aperto ha presentato una rivisitazione del dramma di Harold Pinter IL LINGUAGGIO DELLA MONTAGNA. Regia di Angela Cicala e Salvatore Di Fraia curatori del laboratorio.

Gli attori Cinzia Di Francia, Franco Florimia, Rosanna Lemma, Mariagrazia Rossi, Rossella Santoro, Giovanna Taschini si sono confrontati con un testo difficile le cui tematiche legate al linguaggio e all’uso che ne fa il potere hanno richiamato alle mente dello spettatore quanto accade oggi con i messaggi indotti attraverso il mainstream da chi governa per orientare su una “certa linea” di pensiero l’opinione pubblica, soffocando chiunque pensi e si esprima in maniera diversa rispetto a quanto vorrebbe chi comanda.

Seppure non si fosse al cospetto di professionisti, l’impegno e la bravura degli attori è stato tale da tenere incollati gli spettatori sulle sedie fino alla chiusura definitiva del sipario, sucitando emozioni e turbamento.

La scenografia essenziale – fondale nero, un tavolino, due sedie e due cornici aperte attraverso cui gli attori rappresentavano se stessi come disperati dipinti che fuggivano dal quadro per incontrarsi in un abbraccio di umanità -; i continui giochi di luci dove prevaleva il rosso, colore del sangue; le musiche in sottofondo di The Wall dei Pink Floyd sono stati il degno supporto di un lavoro ben riuscito grazie alla passione dei coordinatori e degli “allievi”.

Nel suo intervento introduttivo Angela Cicala ha spiegato che Pinter era un pessimista per cui credeva che gli uomini non sarebbero stati capaci di liberarsi dalle maglie del potere. Pertanto con la loro libera interpretazione hanno voluto infondere una punta di ottimismo in un contesto dove la violenza e l’oppressione la fanno da padrona.

Scritto nel 1985 per denunciare la repressione del governo turco nei confronti del popolo curdo, il dramma fu pubblicato per la prima volta nel 1988 sul supplemento letterario di The Times e fu rappresentato quello stesso anno presso il Royal National Theatre.

Ieri ad Arco Felice c’è stato chi ha avuto il coraggio di denunciare, recitando, quanto sia attuale il dramma di Pinter. Basti solo pensare al genocidio in corso a Gaza a opera di Israele nei confronti dei palestinesi e a coloro che, politicamente schierati con il governo di Netanyahu, tendono a giustificarne ogni azione con l’appoggio di un’informazione unilaterale che non dà minimamente voce agli oppressi.

La cultura deve fare riflettere. Ieri il Laboratorio Teatro Aperto c’è riuscito benissimo!

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Vincenzo Giarritiello
Nato a Napoli, ma da oltre vent’anni residente a Pozzuoli, Vincenzo Giarritiello alterna all’attività di scrittore quella di giornalista per passione. Nel 1997 ha pubblicato “L’ultima notte e altri racconti” e nel 1999 “La scelta”. Nel 2017 ha ristampato “La scelta” e nel 2018 ha pubblicato il romanzo breve “Signature rerum” ambientato nei Campi Flegrei. Nel 2019 ha stampato “Le mie ragazze rom scrivono” e “Raggiolo uno scorsio di paradiso in terra”. Nel 2020 ha editato la raccolta di racconti “L’uomo che realizzava i sogni”. Ha pubblicato con le Edizioni Helicon il romanzo “Il ragazzo che danzò con il mare”. Ha collaborato con le riviste online “Giornalewolf.it” e “Comunicare Senza Frontiere”; con quelle cartacee “Memo”, “Il Bollettino Flegreo”, “Napoli Più”, “La Torre”. Fino al 2008 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi a Pozzuoli e all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Attualmente collabora con l’associazione culturale Lux in Fabula con cui ha ideato la manifestazione “Quattro chiacchiere con l’autore”. Nel 2005 ha attivato il blog “La Voce di Kayfa” e nel 2017 “La Voce di Kayfa 2.0”. Dal 2019 è attivo il suo sito www.vincenzogiarritiello.it
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