
L’orgoglio con cui il Mossad, il servizio segreto israeliano, ha ieri annunciato la decapitazione dei vertici militari iraniani durante le azioni militari intraprese contro l’Iran per fermare il suo programma nucleare potrebbe risolversi in un clamoroso boomerang per il governo di Israele. Da quanto si apprende l’azione è stata possibile grazie all’infiltrazione di spie nelle istituzioni iraniane a conferma che il Mossad è tra i migliori servizi segreti al mondo.
A questo punto però ci si chiede come è stato possibile che il Mossad non avesse previsto e prevenuto gli attentati del 7 ottobre 2023 la cui pianificazione, come ammisero i suoi stessi responsabili, dovette impegnare Hamas per almeno due anni?
Quando questa domanda iniziò a circolare con sempre maggiore insistenza, la risposta fu che in il Mossad era stato informato ma aveva sottovalutato la minaccia causando la morte di oltre 1200 israeliani. Circa altri 500 furono fatti prigionieri da Hamas. La maggior parte morì durante la prigionia o le operazioni militari per liberarli. Pochi sarebbero tuttora vivi nelle mani dei terroristi.
La risposta di Israele a quell’attentato la conosciamo tutti. In circa due anni l’IDF, per stanare i terroristi, ha messo a ferro e fuoco la striscia di Gaza, uccidendo decine di migliaia di palestinesi inermi la cui unica colpa era quella di vivere lì. È come se per sconfiggere la mafia, la ndrangheta o la camorra il governo italiano radesse al suolo la Sicilia, la Calabria e la Campania facendo strage dei loro abitanti.
Tutto ciò ricorda la crociata contro gli albigesi, bandita nel 1209 da Papa Innocenzo III, per estirpare l’eresia catara dalla Francia meridionale. Poco prima del massacro di Beziers del 22 luglio 1209, a chi gli chiedesse come avrebbero riconosciuto i cristiani dagli eretici, pare che l’abate di Beziers rispose: Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.
Per lo sterminio in corso a Gaza Israele è stato accusato di genocidio dal Sudafrica davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG). Mentre contro i vertici di Hamas e di Israele, tra cui il premier Benjamin Netanyahu, la Corte Internazionale Penale (CIP) ha emanato un mandato di arresto per crimini di guerra.
Potendo contare sull’appoggio degli americani che non riconoscono la CPI, e di molti capi di governo stranieri che, pur avendola ratificata, la stanno rinnegando a sostegno di Israele, i vertici israeliani continuano a governare e a sterminare i palestinesi con atroce violenza.
La sconsiderata reazione militare di Israele a Gaza ha suscitato in una fetta di opinione pubblica mondiale il dubbio che il Mossad avesse volutamente sottostimato l’allarme per offrire poi al governo il pretesto di fare tabula rasa del territorio e dei suoi abitanti.
Se ieri queste supposizioni venivano etichettate come pericolose fantasie atte a fomentare l’antisemitismo, dopo le orgogliose dichiarazioni di ieri dei vertici del Mossad, il dubbio che l’attentato del 7 ottobre possa essere avvenuto con l’inane complicità dei vertici militari israeliani sembra sempre meno fantasia e sempre più realtà.
Molti ebrei scampati all’olocausto nazista stanno condannando il governo israeliano per quanto sta compiendo a Gaza. Gran parte dell’opinione pubblica israeliana sta manifestando contro Benjamin Netanyahu non solo perché si impegni a liberare i restanti ostaggi trattando con Hamas ma perché ponga fine al genocidio di Gaza. Molti scrittori e giornalisti israeliani condannano senza se e senza ma le politiche governative.
Ma ormai l’incendio è divampato e le fiamme si stanno estendendo pericolosamente in ogni direzione. La cosa triste è che all’orizzonte non si vedono pompieri ma solo piromani, soprattutto al di là dell’oceano.