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9 MARZO 2020 – 8 MARZO 2021: UN ANNO DI ZONA ZONA ROSSA E COLORI VARI

L’8 marzo 2020 il governo Conte varò il DPCM che prevedeva la chiusura dell’intera nazione, a partire dall’indomani fino al 3 aprile 2020, per fronteggiare l’epidemia di Covid che si stava estendendo a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale. Come sia poi andata, lo sappiamo bene. Da quel giorno è iniziato un incubo di cui, a distanza di un anno, non riusciamo a liberarci e con cui per chissà quanto tempo ancora dovremmo convivere. Un anno dove il tempo sembra essersi fermato, in cui ognuno di noi è in credito con la vita.

Senza contare chi ha dovuto fare i conti con il virus perdendo il lavoro o ammalandosi, spesso lasciandoci la vita, e chi non ha potuto dare nemmeno l’ultimo saluto ai propri cari in ospedale se non attraverso il display di un cellulare poco prima che spirassero.

Oggi 8 marzo 2021, festa della donna, la Campania torna nuovamente in zona rossa. Un gesto inevitabile visto che nell’arco di una settimana – dal 27 febbraio al 4 marzo –  l’indice RT nella nostra regione, come segnala il Corriere della Sera, è schizzato a 2,60.

Secondo molti quest’incremento esponenziale sarebbe conseguente agli assembramenti per la festa di San Valentino e alle belle giornate che hanno caratterizzato buona parte del mese di febbraio inducendo molti, soprattutto i giovani, ad affollare il lungomare, i parchi e le vie dello shopping in barba alle elementari precauzioni, inclusa la mancanza di mascherine sul viso.

 In un anno ne abbiamo sentite e viste di tutti i colori: politici invocare la riapertura di tutte le attività, mentre la gente si ammalava e moriva nelle terapie intensive e nelle RSA. Successivamente quegli stessi politici sollecitare le chiusure e accusare il governo di non tutelare la salute dei cittadini, oppure organizzare in Senato convegni negazionisti, rifiutando la mascherina: scene da manicomio!

Abbiamo visti camion dell’esercito carichi di bare sfilare mestamente per le vie di Bergamo e ascoltare chi sosteneva che erano una fake news (!).

Abbiamo visto code interminabili di ambulanze e di auto all’ingresso dei pronto soccorso con dentro persone con problemi di respirazione in attesa di essere ricoverate per ricevere l’ossigeno e le cure necessarie. Ma abbiamo anche visto chi rincorreva le ambulanze per filmarle ritenendo fossero vuote, oggetto di una messinscena allestita per impaurirci al fine di schiavizzarci.

 Abbiamo assistito ai litigi in diretta tra scienziati, o presunti tali, che, scoprendosi all’improvviso star della televisione, dicevano l’uno il contrario dell’altro, intimorendo ulteriormente, anziché rassicurare, i cittadini.

 Abbiamo assistito agli appelli alla riapertura incondizionata di tutte le attività da parte di personaggi del jet set solo perché titolari o soci di discoteche, bar, ristoranti e palestre.

Abbiamo assistito a un’estate dove la riapertura delle discoteche, contro il parere del CTS, si è rivelata determinante perché tra settembre e ottobre scoppiasse la seconda ondata.

Ma soprattutto abbiamo assistito al vergognoso cinismo con cui alcuni politici, coadiuvati da una buna parte dell’informazione, non si sono fatti scrupoli ad aprire una crisi di governo in piena pandemia affinché a Palazzo Chigi sedesse un banchiere che sta facendo esattamente quello che faceva il suo predecessore, accusato delle peggiori nefandezze antidemocratiche, con il sostegno della stampa nonostante ne adotti le identiche misure a partire dall’utilizzo dei DPCM: ieri i lockdown erano considerati un gesto di “dittatura sanitaria”, oggi di “cautela”, quando si dice la coerenza!

Tuttavia, nell’arco di un anno anche di cose buone ce ne sono state. Vedi la realizzazione e l’immissione sul mercato di vaccini a tempi di record.

Checché ne dicano negazionisti, complottisti e no vax – le cui ragioni sarebbero però motivate dall’ostinato silenzio che circonda alcuni ambienti medici i quali sostengono che il virus potrebbe essere curato a casa con l’intervento dei medici di base attraverso la somministrazione di apposite terapie ai quali non è concessa la stessa visibilità mediatica di chi è per le restrizioni drastiche – la collaborazione scientifica a livello internazionale per sconfiggere il virus sarebbe stata capace – il condizionale è d’obbligo – di mettere a punto gli strumenti per immunizzare l’intera popolazione mondiale nel giro di un paio di anni.  

Tuttavia le improvvise defezioni di forniture vaccinali delle case farmaceutiche, unitamente all’incapacità di alcune regioni di organizzare una campagna vaccinale adeguata, si stanno rivelando un ostacolo imprevisto che, purtroppo, potrebbe allungare i tempi dell’immunità di gregge.

Nell’attesa che finalmente si riesca a vedere la luce in fondo al tunnel, la Campania, così come altre regioni o alcune città, da oggi si risveglia nuovamente in zona rossa a testimonianza che il buon senso scarseggia in una buona fetta di popolazione, non solo in quella giovanile!  

E in tanto la crisi economica strozza sempre più famiglie alle quali da un anno a questa parte è venuta improvvisamente a mancare la sicurezza di un reddito.

Per quanto invece concerne la politica, presumendo che in una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo i partiti dovrebbero cooperare tra loro per il bene comune anziché scannarsi per la corsa al potere, meglio stendere un velo pietoso!   

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Vincenzo Giarritiello
Nato a Napoli, ma da oltre vent’anni residente a Pozzuoli, Vincenzo Giarritiello alterna all’attività di scrittore quella di giornalista per passione. Nel 1997 ha pubblicato “L’ultima notte e altri racconti” e nel 1999 “La scelta”. Nel 2017 ha ristampato “La scelta” e nel 2018 ha pubblicato il romanzo breve “Signature rerum” ambientato nei Campi Flegrei. Nel 2019 ha stampato “Le mie ragazze rom scrivono” e “Raggiolo uno scorsio di paradiso in terra”. Nel 2020 ha editato la raccolta di racconti “L’uomo che realizzava i sogni”. Ha pubblicato con le Edizioni Helicon il romanzo “Il ragazzo che danzò con il mare”. Ha collaborato con le riviste online “Giornalewolf.it” e “Comunicare Senza Frontiere”; con quelle cartacee “Memo”, “Il Bollettino Flegreo”, “Napoli Più”, “La Torre”. Fino al 2008 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi a Pozzuoli e all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Attualmente collabora con l’associazione culturale Lux in Fabula con cui ha ideato la manifestazione “Quattro chiacchiere con l’autore”. Nel 2005 ha attivato il blog “La Voce di Kayfa” e nel 2017 “La Voce di Kayfa 2.0”. Dal 2019 è attivo il suo sito www.vincenzogiarritiello.it
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