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La sartoria napoletana punta sulla tradizione. Evento con la partecipazione dell’Atelier Marfella

C’è anche Giusi Marfella, titolare dell’Atelier Marfella, tra i partecipanti al “Ditale d’Oro 2023”, il riconoscimento organizzato dalla Confraternita dei Sartori 1351, l’Antica e prestigiosa Associazione che raggruppa alcune delle eccellenze del made in Italy. L’evento, che si è svolto il 20 e il 21 aprile, è stato patrocinato dal Ministero della Cultura, dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli e della Camera di Commercio di Napoli.

Nella prima giornata i candidati si sono misurati con l’idea, il disegno e il confezionamento di un abito sartoriale. La commissione è stata presieduta dal maestro sartore Raffaele Antonelli. Il giorno successivo, nella Sala delle Contrattazioni della Camera di Commercio di Napoli, è stato organizzato un dibattito sulla filiera e sulle sue enormi potenzialità. A seguire la sfilata dei capi prodotti dai giovani sarti e la premiazione per i riconoscimenti.

La Confraternita dei Sartori, riprende la grande tradizione sartoriale napoletana. Il sodalizio di artigiani di settore, presieduto da Tiziana Aiello, ha riportato alla luce l’antica Confraternita datata 1351. Infatti da studi di fattibilità prima e di operatività poi, condotti dalla presidente Aiello e dal vice presidente, il maestro sartore Raffaele Antonelli, è emersa l’esistenza di questo sodalizio artigianale a Napoli già a partire dal 1351.

L’associazione ricostituita, che già vanta la presenza di nomi illustri come Cilento, Scafora e Sabino ha come finalità quella di valorizzare e promuovere la filiera a tutti i suoi livelli in sede istituzionale ed industriale.

Sono orgogliosa di questa realtà che abbiamo riportato alla vita – esordisce Tiziana Aiello, presidente della Confraternita dei Sartori – e non solo per motivi legati alla promozione dell’artigianato e della sartoria, ma anche e soprattutto per aver riscoperto delle realtà storiche del nostro territorio completamente abbandonate da secoli. Che Napoli fosse la culla della sartoria lo sapevamo, ma che questa potesse contare su di una Confraternita che scende nella storia fino al XIV secolo, era inaspettato, ed a suo modo ha cambiato le carte in tavola per quanto riguarda la filieraed i suoi primati storici”. Aiello ha poi concluso: “La nostra missione non è soltanto valorizzare l’artigianato sartoriale e ovviamente l’indotto, ma creare una nuova aggregazione culturale, sociale ed economica intorno all’artigianato che è e resta il plus valore del Sistema Paese”.

“La sartoria ha sempre rappresentato una cultura a se stante – sottolinea Raffaele Antonelli, vice presidente della Confraternita – un concetto intrinseco di artigianato del bello, oggi alla base di quello che è il sistema moda. Partendo da questo la Confraternita dei Sartori si prefigge lo scopo di fare rete e riportare alla luce questa cultura nella società moderna fatta di globalizzazione a tutti i costi a scapito dell’eccellenza. Fondamentale è tramandare la nostra arte ai giovani e alle future generazioni e per fare questo – ha poi concluso Antonelli – dobbiamo dotarci di strumenti didattici e curricula di studio atti a rendere lo disponibile e fruibile l’antica arte con tutte le accezioni della modernità”.  

A chiudere il discorso è il presidente onorario del sodalizio l’economista Gianni Lepre: “La Confraternita dei Sartori è la punta di diamante del Club delle Eccellenze che mi onoro di presiedere e sono sicuro che sia le iniziative industriali che quelle prettamente educative ci possano condurre verso la piena promozione di questo settore che è uno dei vanti dell’Italia nel mondo. Attraverso le misure istituzionali locali ed europee previste sarà possibile creare una nuova coscienza intorno all’artigianato che da sempre rappresenta non solo il nostro retaggio storico, ma anche e soprattutto una opportunità importante per le nuove generazioni”.

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Redazione
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