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Rione Terra Volley: lo sport antidoto contro la pandemia. Parla la dirigente Milena Varriale | Intervista di Paola Iannelli

La pallavolo è un gioco intuitivo, il passaggio della palla da una mano all’altra richiede concentrazione, prontezza di riflessi e grande agilità. Le angolature dei movimenti del corpo umano devono entrare in connessione con un oggetto sferico seguirne le traiettorie e lanciare colpi in direzione opposta, cercando in pochi secondi di centrare la direzione giusta. Le abilità che entrano in campo sono molteplici, fingersi un po’ canguri, antilopi e ruggire come leoni verso gli avversari.

Sebbene il calcio resti per antonomasia lo sport più seguito al mondo, artefice di movimenti finanziari milionari e della conseguente nascita di personaggi sportivi sottoposti a una strana metamorfosi estetica, nota come divinizzazione, la pallavolo con raffinata eleganza, sfodera risultati eccellenti e merita nell’universo competitivo un posto di prestigio. Negli ultimi anni vanta un seguito di tutto rispetto, e annovera in Italia campioni di livello internazionale. Ognuno di loro nobilita l’obiettivo reale che induce l’uomo a confrontarsi con le leggi della razionalità, sottoponendo il fisico e lo spirito a sforzi estenuanti, nel nome della qualità salubre della disciplina motoria.

Nel Belpaese le squadre di pallavolo che si dedicano a questa attività sono centinaia, si va dai grandi centri urbani alle piccole realtà. Oggi voglio parlarvi di un gruppo di giovani atleti che compongono le squadre under 17 e 19  del Bava Rione Terra Volley, società da tempo attiva nella città di Pozzuoli e che milita con la Prima squadra in serie B.

Le giovanili del Rione Terra, fortemente volute dal Presidente Giovanni Coratella, sono guidate da due coach d’eccezione: mister Chicco Schiano e mister Raffaele Simonte.  Oggi Incontro una delle due dirigenti donne della società, Milena Varriale, per parlare di lei e del sua passione per la pallavolo.

Intervista a Milena Varriale

Cosa rappresenta per lei far parte del direttivo di una squadra di volley junior maschile? Come nasce questa passione?

“La passione per il volley nasce nel più classico dei modi: per amore dei miei figli! Seguendo loro negli allenamenti, nelle trasferte, durante le partite ho imparato ad amare questo sport, che sa essere avvincente ed offrire emozioni fino all’ultimo respiro! Ho conosciuto così il Presidente della società, Giovanni Coratella insieme a tutti gli altri dirigenti, che forse, coinvolto dal mio entusiasmo e desideroso di un occhio critico “femminile” all’interno dello staff mi ha offerto di far parte di questa grande famiglia. Oggi, in verità, siamo due le donne Dirigenti all’interno dello staff della squadra: insieme a me c’è infatti anche la Dott.ssa Irene Briganti, carissima amica ed esperta di primo piano di questo Sport che per anni ha praticato con grande passione”.

Cosa pensa che contraddistingua la personalità di una donna all’interno di un gruppo di lavoro tutto al maschile?

“Le donne portano sempre un punto di vista “diverso”. Credo infatti, che oltre alle inequivocabili potenzialità tecniche, una squadra basi la sua forza sulla qualità dei rapporti e delle dinamiche che si creano all’interno di un gruppo. Forse, l’occhio attento di una donna, che tra l’altro lavora nella scuola come docente per la medesima fascia di età ( i ragazzi hanno tra i 15 e i 19 anni), riesca a cogliere più nel profondo proprio questi aspetti motivazionali e relazionali e lavorare proprio su questo”.

In quale fase del campionato vi trovate e con quali risultati?

“I campionati giovanili sono iniziati da poco: circa a metà novembre. Siamo ancora all’inizio, ma fino ad ora le partite disputate sono andate bene. Dico però che questi stessi gruppi  under 17 e under 19, lo scorso anno si sono qualificati tra le prime tre squadre della Regione  Campania e ad oggi abbiamo tre atleti del gruppo Under 17 che sono stati selezionati per giocare con la maglia della Provincia di Napoli, tre giovani promesse: Achille Karol De Stefano, Andrea Sangiovanni e  Andrea Mongillo”.

Lo sport è un marco comune denominatore capace di riunire spiriti molto diversi tra loro, secondo lei in questo momento storico così singolare che significato si dà alle attività motorie?

“In questo momento storico lo sport è un salvavita, soprattutto per i nostri ragazzi così tanto duramente provati dalla pandemia. Inoltre lo sport, soprattutto di squadra, può essere interpretato come una metafora della vita: insegna a rispettare i ruoli e le regole. Stimola la relazione con gli altri, sprona a dare sempre il massimo, perché è solo così che si ottengono i veri risultati. Non ho dubbi: tutti i ragazzi dovrebbero essere indirizzati alla passione per uno sport. E non uso la parola “passione” a caso: senza questo sentimento che ci aiuta a superare ostacoli anche difficili, nulla è possibile!”

Si sa che la scaramanzia quasi sempre occupa uno spazio nell’immaginario sportivo, tre oggetti che porta sempre con sé prima di ogni gara.

“Sono scaramantica….ma non troppo! Comunque ci tengo ad indossare in ogni partita la mia divisa e siedo sempre nello stesso punto della panchina, da dove mi è più facile tifare per I miei ragazzi e per la mia squadra del cuore: Forza Rione Terra!”

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Paola Iannelli
Docente di lingua e letteratura spagnola, ha iniziato a scrivere articoli in ambito accademico, ha svolto una tesi di dottorato sul noir partenopeo post moderno presso l’Università di Salamanca. Attualmente fa parte del gruppo di scrittori della bottega di "Homo Scrivens" e ha pubblicato nel febbraio del 2021 un noir intitolato "Il Paradiso non ha un angolo retto". Collabora con Quicampiflegrei.it e con Thriller nord e non solo Scrive racconti brevi per le riviste: "Edgar" e "Resistenza civile", oltre a pubblicare recensioni per la casa editrice. È stata selezionata dalla rivista Mondadori "Donna Moderna" rispondendo alla chiamata di un concorso diretto alle donne che hanno realizzato durante il lockdown un nuovo progetto professionale. Ha ricevuto vari riconoscimenti letterari, è stata scelta dalla trasmissione "Plot Machine" di Rai Radio1 per uno dei migliori miniplot creati nel 2020.

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