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25 agosto si ripete il prodigio dello scioglimento del sangue di Santa Patrizia

Si narra che Patrizia, patrona di Napoli, sia nata da una famiglia ricca e nobile di Costantinopoli, discendente dell’Imperatore Costantino.

Costante II (668-685) tentò di imporle con la forza il matrimonio, lei abbandonò il lusso familiare per dedicarsi ad una vita improntata alla semplicità.

Rifugiatasi a Roma con la sua nutrice Aglaia ricevette dal Papa la consacrazione verginale.

Tornata in patria alla morte del padre rinunciò ogni pretesa dinastica distribuendo la sua eredità ai bisognosi e partì in pellegrinaggio per la Terra Santa.

Secondo la leggenda durante il viaggio fece naufragio a Napoli, sull’isolotto di Megaride, nelle cui grotte si insediò con la sua prima piccola comunità di preghiera e di assistenza spirituale e morale ai bisognosi morendo, però, dopo breve tempo.

Sepolta nell’antico monastero dei Santi Nicandro e Marciano, nel 1864 le sue spoglie furono trasferite nel monastero della Chiesa di San Gregorio Armeno e, dal 1922 sono custodite dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia.

Il sangue miracoloso di Santa Patrizia

Il prodigio di Santa Patrizia, la liquefazione del sangue, simile a quello di San Gennaro, avviene secondo la tradizione ogni Martedì (è possibile chiedere una grazia) e il 25 Agosto, giorno del martirio.

La leggenda narra che un Cavaliere che soffriva per qualche male decise di andare a pregare sulla tomba della santa per essere guarito. Dopo aver pregato tutta la notte, spinto da una grande devozione, aprì l’urna e tolse un dente alla vergine morta qualche secolo prima.

Dalla bocca di Patrizia sgorgò sangue come ad un corpo vivo, che venne raccolto in due ampolline dalle quali ogni anno, il 25 agosto, si assiste al «miracolo» dello scioglimento alla presenza dei devoti e delle telecamere.
Patrizia, oltre ad essere la patrona di Napoli è la Santa protettrice delle «single», delle ragazze in cerca di marito che si recano durante l’anno sulla sua tomba a pregare per ricevere un buon matrimonio. Ma è anche la protettrice dei naviganti, delle partorienti e dei bisognosi.

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Anna Abbate
Archeologa, consulente informatica e web design freelance. Nata a Napoli, si occupa dal 1971 di Information Tecnology dopo essersi formata alla IBM come Analista Programmatore. Dopo una vita vissuta nel futuro ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Divide il suo tempo tra la passione per l’informatica e la ricerca storica. Con alcuni amici archeologi ed antropologi ha fondato nel 2011 il “Gruppo Archeologico Kyme”, associazione di promozione sociale, della quale attualmente è presidente, organizzando giornate di valorizzazione e promozione del patrimonio storico-archeologico e delle tradizioni dedicate soprattutto alle scuole. Si occupa, in particolare di Napoli e del territorio flegreo. Ha pubblicato i libri "Da Apicio... a Scapece (Valtrend Editore, 2017), "Biancomangiare... il Medioevo in tavola" (Valtrend Editore, 2018).

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