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Regno di Nettuno, liberate due caretta caretta: la tartaruga Liliana presto deporrà le uova

Hanno ritrovato la libertà nel mare di Procida, le tartarughe marine Spring e Liliana, reduci da brevi periodi di ricovero e riabilitazione al Turtle Point della Stazione Zoologica Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine.


Il rilascio di sabatpo 29 maggio, coordinato dall’area marina protetta Regno di Nettuno con il supporto della guardia costiera di Procida, al comando del tenente di vascello Calogero Carapezza, è avvenuto al largo di Punta Pizzaco, davanti a un gruppo di subacquei e ai volontari internazionali di Project MARE for SEA.


Alle due Caretta caretta è stato applicato un anello identificativo: Spring era stata recuperata in difficoltà nelle acque di Capri lo scorso 21 marzo, data di inizio della primavera. Liliana ha avuto una degenza molto più breve: recuperata il 22 maggio nelle acque di Procida dall’ANS Diving di Ischia, era stata trasferita a Portici dove gli esami radiografici avevano escluso fratture e patologie e quelli ecografici hanno evidenziato, graditissima, la presenza delle uova nell’addome. “Potrebbe nidificare sulle coste campane nelle prossime settimane, probabilmente entro un mese”, spiega Sandra Hochscheid, coordinatrice del network di monitoraggio delle nidificazioni di tartaruga marina in Campania per il Turtle Point, centro di riabilitazione e cura delle tartarughe della Stazione Zoologica Dohrn, che ha diretto le operazioni di rilascio. “Al momento – spiega – al nostro centro sono ancora ricoverate 22 tartarughe: spesso le ricoveriamo a seguito dell’ingerimento di plastica o a causa dello scontro con imbarcazioni”.


In una giornata così importante – spiega il direttore dell’area marina protetta Regno di Nettuno, Antonino Miccio – non possiamo che sensibilizzare l’opinione pubblica affinché si adottino comportamenti sempre responsabili e finalizzati alla tutela della biodiversità dei mari di Ischia e Procida. Il nostro appello ai diportisti è, per esempio, quello di evitare di danneggiare le praterie di posidonia ancorando sui fondali della nostra area marina”.

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Redazione
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