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Quando la Terra chiama. L’impegno per valorizzare la Darsena e la chiesa dell’Assunta di Pozzuoli

Tremori, sussulti, spasmi, la Terra ci chiama, amplifica il suono interiore, ci chiede aiuto per la salvezza del bene comune. Da secoli Pozzuoli brontola, rumori sordi risalgono gli strati della Terra, per ricordare che dobbiamo dedicarci al suo ascolto, rispettare le regole del gioco, non dimenticare le opere che con dolore e sacrificio hanno segnato il passato. 

Seguendo il ritmo intimo Pozzuoli dedica un accorato appello per la salvezza dei luoghi del cuore. Le parole di una delle sostenitrici del progetto sostenuto dal parroco don Tonino Russo con il Comitato Insieme per la Darsena e la Chiesa dell’Assunta: Nunzia Di Napoli, ci guida verso un sogno, un progetto di vita, una speranza collettiva, in nome della memoria.

Cosa rappresenta per te questo luogo?

“È il luogo della memoria storica, qui sono nati i miei genitori, le vicende della nostra famiglia hanno avuto inizio in questi luoghi. La chiesa poi ha rappresentato la mia promessa d’amore con mio marito. Le radici della mia famiglia sono parte di queste mura. Ogni crepa, ogni rovina ha inciso profondamente nel mio animo, così insieme a altri sostenitori abbiamo deciso di iniziare a fare qualcosa per il recupero dell’area”.

Il mare: un bene prezioso. Chi erano i pescatori di Pozzuoli?

“Qui si viveva di pesca, le famiglie erano numerose e sin dall’adolescenza tutti i componenti  erano coinvolti nella pratica. La vita dei pescatori era molto dura, il mare non perdona può essere amico e nemico, donava nutrimento ma poteva essere crudele. La Darsena e la chiesa dell’Assunta rappresentavano l’approdo, il cuore pulsante di tutte le attività marinare. Quest’ultima aveva un’importanza fondamentale, era costruita su un lembo di terra nel bel mezzo del mare, infatti la prima edificazione della chiesa fu distrutta da una burrasca, poi in seguito si decise per la riedificazione e mantenerla in piedi non è stato facile. Grazie al sostegno delle congreghe religiose noi oggi possiamo ancora godere della sua esistenza”.

Ecco veniamo al punto in che stato si trova oggi la Chiesa dell’Assunta?

“Chiunque guardandola si può rendere conto che lo stato in cui versa la chiesa non è dei migliori. All’interno l’Altare Maggiore è molto malandato, la struttura esterna è corrosa e fatiscente, per cui c’è bisogno di interventi rapidi a sostegno”.

Come e quando avete deciso di candidare al FAI questi luoghi?

“Come è notorio il FAI ogni anno invita a segnalare luoghi di alto interesse storico, che si trovano in uno stato di emergenza, di abbandono, e così insieme a un gruppo di collaboratori, tra cui non dimentico l’opera certosina di Gemma Russo, che da anni lotta a sostegno del recupero dei suddetti luoghi, nonché autrice di uno splendido libro intitolato “Storie del Rione Terra”, con il sostegno delle autorità locali, nella fattispecie del Sindaco Vincenzo Figliolia e la Pro Loco, abbiamo aderito alla 10ª edizione del censimento dei Luoghi del Cuore”.

In che modo avete dato vita alla campagna voti?

“La campagna della raccolta voti è stata promossa dal Comitato sopra citato e dalle autorità, poi grazie ai canali social siamo riusciti a raccogliere le adesioni del pubblico. In totale abbiamo raccolto 6516 voti. Questo magnifico risultato ci ha portato al 50° posto nella classifica nazionale consultabile sul sito www.iluoghidelcuore.it”.

Quali sono le prossime mosse?

“Con il risultato raggiunto avremo la possibilità di rispondere al bando, in uscita a marzo, se corrisponderemo a tutti i punti richiesti potremo ricevere dal FAI un primo finanziamento, diretto al restauro parziale che riguarderà la Chiesa dell’Assunta a mare, luogo di devozione del popolo puteolano”.

Cosa ti senti di dire per ottenere maggiore sostegno per questo progetto?

“Non dimentichiamo chi siamo, i nostri avi declamano attenzione, le loro vite e le altrui speranze sono depositate qui. Non dimentichiamo le origini della nostra terra, teniamo alto il senso della storia e dell’identità popolare”.

Così insieme a Nunzia ci allontaniamo dalla Darsena, l’infinito luccichio del mare ci fa da cornice, incastonando le nostre chiacchiere, dove le lacrime si mescolano alle risa. Ci salutiamo con lo sguardo, attraversando il diaframma fisico della mascherina, uno sguardo che suggerisce un’ intrepida speranza.

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Paola Iannelli
Docente di lingua e letteratura spagnola, ha iniziato a scrivere articoli in ambito accademico, ha svolto una tesi di dottorato sul noir partenopeo post moderno presso l’Università di Salamanca. Attualmente fa parte del gruppo di scrittori della bottega di "Homo Scrivens" e ha pubblicato nel febbraio del 2021 un noir intitolato "Il Paradiso non ha un angolo retto". Collabora con Quicampiflegrei.it e con Thriller nord e non solo Scrive racconti brevi per le riviste: "Edgar" e "Resistenza civile", oltre a pubblicare recensioni per la casa editrice. È stata selezionata dalla rivista Mondadori "Donna Moderna" rispondendo alla chiamata di un concorso diretto alle donne che hanno realizzato durante il lockdown un nuovo progetto professionale. Ha ricevuto vari riconoscimenti letterari, è stata scelta dalla trasmissione "Plot Machine" di Rai Radio1 per uno dei migliori miniplot creati nel 2020.

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