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Il 25 novembre diciamo basta alla violenza sulle donne

L’ho uccisa perché l’amavo, voleva lasciarmi, ero geloso e l’ho uccisa, l’ho uccisa perchè non voleva tornare con me.

Donne uccise da uomini violenti, mariti, fidanzati, spasimanti… assassini che uccidono per motivi futili che si ostinano a chiamare per amore.

È un bollettino di guerra. Negli ultimi 8 anni sono state uccise circa 1000 donne, ma molte altre sono sfregiate, picchiate, violentate.

Purtroppo la violenza avviene sia fuori ma soprattutto fra le mura domestiche, nel silenzio di quel luogo che dovrebbe essere rifugio e pace.

Nessun atto o atteggiamento messo in atto dalle donne giustifica la violenza su di esse.

Spesso la donna vittima di violenza viene indotta a credere aver provocato lei tale reazione come strategia di sopravvivenza.

Ma basterebbe essere coscienti del fatto che la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati, infatti, spesso sono picchiate in parti del corpo ni quali le ferite sono meno visibili.

Quindi la donna viene indotta in una sorta una sorta di immobilismo, sperando che le promesse del partner di cambiare si avverino oppure nel timore di innescare una violenza ancora maggiore.

Ma, soprattutto, la paura di avere la forza ne le risorse per affrontare il cambiamento necessario.

Risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.

Il 25 novembre fu scelto dell’Assemblea Generale dell’ONU ufficializzando la data scelta a loro volta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981, in ricordo del brutale assassinio nel 1960 di tre donne, le tre sorelle Mirabal, considerate un esempio per l’impegno messo nel contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore dominicano che aveva tenuto la repubblica nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. 

Infatti il 25 novembre 1960 mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, le tre sorelle furono bloccate dalla polizia, condotte in un luogo nascosto e furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate e i loro corpi furono gettati in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

In occasione di questa importante ricorrenza, tante sono le iniziative promosse dai comuni e dalle varie associazioni cittadine per mantenere viva l’attenzione sulla violenza sulle donne, un tema purtroppo di drammatica attualità.

I nomi delle tre donne uccise dai loro compagni nel solo mese di novembre:

Viktoriia Vovkotrub, Brescia, 42 anni, badante di origini ucraine, morta il 13 novembre 2020. Uccisa dall’ex compagno. Il suo corpo senza vita era stato sepolto nel giardino di una ex bocciofila, proprio a pochi passi dalla abitazione dell’ex compagno.

Maria Tedesco, San Felice a Cancello  (Ce), 30 anni, morta l’11 novembre 2020. Uccisa a sangue freddo dall’uomo che diceva di amarla.

Barbara Gargano, Carignano, Torino, 38 anni, morta il 9 novembre 2020. Barbara voleva separarsi, Alberto Accastello, 40 anni, non voleva accettarlo. E ha fatto una strage. All’alba Accastello, mentre i suoi familiari, le persone che a lui avrebbero dovuto essere più care, sua moglie e i suoi due figli, i gemellini Alessandro e Aurora, due anni, dormivano, ha impugnato la pistola e li ha sterminati.

Non ho altre parole ma l’immagine dei volti delle 88 donne uccise in Italia nel 2020 parla da sola.

Il tuo silenzio ti uccide.

Sportelli antiviolenza:

I Centri Antiviolenza sono un progetto di Donne per Donne, con l’obiettivo di realizzare spazi dedicati al supporto delle donne vittime di violenza.

Tutti i servizi sono gratuiti ed aperti alle donne in difficoltà, l’offerta comprende: Consulenza Psicologica, Consulenza Legale, Orientamento al Lavoro.

Comune di Pozzuoli: Centro Antiviolenza Pozzuoli Spazio Donna
Comune di Napoli: La Rete Territoriale dei CAV della Città di Napoli
Città metropolitana: Lo Sportello Donna della Città Metropolitana di Napoli
Napoli: Clinica Mediterranea. Sportello Rosa

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Anna Abbate
Archeologa, consulente informatica e web design freelance. Nata a Napoli, si occupa dal 1971 di Information Tecnology dopo essersi formata alla IBM come Analista Programmatore. Dopo una vita vissuta nel futuro ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Divide il suo tempo tra la passione per l’informatica e la ricerca storica. Con alcuni amici archeologi ed antropologi ha fondato nel 2011 il “Gruppo Archeologico Kyme”, associazione di promozione sociale, della quale attualmente è presidente, organizzando giornate di valorizzazione e promozione del patrimonio storico-archeologico e delle tradizioni dedicate soprattutto alle scuole. Si occupa, in particolare di Napoli e del territorio flegreo. Ha pubblicato i libri "Da Apicio... a Scapece (Valtrend Editore, 2017), "Biancomangiare... il Medioevo in tavola" (Valtrend Editore, 2018).

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