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Chi era Maria Maddalena? | Gli articoli di Vincenzo Giarritiello

Tra i tanti santi celebrati dal calendario cristiano una delle figure più controverse, se non in assoluto la più ambigua, è certamente Maria Maddalena che si celebra il 22 di luglio.

Di lei non si sa nulla, né chi fosse né da dove provenisse. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, nel loro saggio LA RIVELAZIONE DEI TEMPLARI, Sperling & Kupfer Editore, gli studiosi Lynn Picknett e Clive Prince sostengono che, contrariamente a quanto afferma la tradizione, la Maddalena non proveniva dalla città di Magdala ubicata sulle rive del lago di Tiberiade in quanto, all’epoca dei fatti narrati dai vangeli, nei documenti romani relativi ai censimenti nelle città delle provincie dell’Impero, a quel tempo in Palestina non compariva nessuna città con questo nome. Sembra invece che in Egitto ne esistesse una con un nome assonante. Per cui gli autori non escludono che Maria Maddalena fosse egiziana, azzardando che possa essere stata una sacerdotessa di Iside visto che in molti luoghi dove sorgevano templi dedicata alla dea egiziana successivamente furono edificate chiese in suo onore…

Inoltre, la sua supposta provenienza geografica dall’Africa del nord secondo Picknett e Prince spiegherebbe perché il culto delle Madonne nere si diffuse soprattutto nel Sud della Francia dove, secondo la leggenda, Maria Maddalena sbarcò nei pressi di Marsiglia insieme a un gruppo di fedeli di Gesù, tra cui Giuseppe di Arimatea, e iniziò il suo apostolato: il colore delle statue non sarebbe conseguenza né dell’incidenza nel tempo del fumo delle candele sulle sculture, né di una volontà artistica di rappresentare il mistero occulto della Natura cui la dea era associata, bensì molto più prosaicamente rappresenterebbe il colore epidermico della Santa…

Di Maria Maddalena se ne parla per la prima volta nel Vangelo di Luca 8: “Maria, chiamata Maddalena dalla quale erano usciti sette demoni”. Tuttavia c’è chi la identifica in Maria di Betania, sorella di Lazzaro, che unse Gesù con l’olio di nardo. Secondo altre tradizioni era una peccatrice, figura in cui si è soliti riconoscere l’adultera che il Cristo salvò dalla lapidazione.

A stabilire che si trattava di una prostituta fu papa Gregorio Magno nel 591. Questa posizione è stata mantenuta dalla Chiesa fino a quando nel 1969 il Concilio Vaticano II non la rigettò.

Sono tanti coloro che ritengono che questa variazione di tendenza da parte delle autorità ecclesiastiche, dopo quasi 1400 anni, non fu un reale “ravvedimento”, bensì un astuto opportunismo politico visto che all’epoca era in atto la rivoluzione sessuale e la nascita del movimento femminista, per cui la Chiesa aveva tutto l’interesse a mostrarsi disponibile al dialogo con le nuove tendenze politiche che stavano sorgendo nel mondo.

Il dubbio che il ravvedimento fosse solo di facciata è alimentato dal fatto che tuttora, dopo cinquantuno anni, ancora in molti ambienti ecclesiastici e cattolici la Maddalena è identificata come prostituta o adultera. Seppure alcuni importanti uomini di Chiesa la stanno riabilitando agli occhi dei fedeli: in primis l’attuale pontefice Francesco che nel 2016 ha “elevato la celebrazione di questa grande testimone da memoria a festa liturgica”; e monsignor Ravasi che senza mezzi termini l’ha definita “una santa calunniata”.

Il paradosso è che a calunniarla fu proprio la Chiesa fino a mezzo secolo fa…

Al di là se fosse una peccatrice o meno, c’è un aspetto che prevale su tutte le supposizioni e illazioni che si sono finora fatte: fu a lei che Gesù decise di mostrarsi per primo, non appena risorto, affidandole il gravoso compito di riferire della propria risurrezione agli altri apostoli. In virtù di ciò essa è definita l’Apostolo degli Apostoli.

A riguardo c’è chi sostiene che la scelta del Cristo fu obbligata in quanto gli apostoli maschi – al seguito di Gesù vi era anche un nucleo di apostole, come dimostra l’antropologa Carla Ricci nel suo saggio MARIA DI MAGDALA E LE MOLTE ALTRE. DONNE SUL CAMMINO DI GESÙ, M. D’AURIA EDITORE – erano fuggiti per evitare di essere catturati dai romani e fare la stessa fine del Maestro, lasciando che fossero le donne ad accompagnarlo nel calvario e ad assistere alla Sua crocifissione. Secondo altri, invece, la scelta di Gesù fu del tutto naturale essendo Maria Maddalena da lui amata più di tutti gli altri apostoli, come leggiamo sia nel Vangelo gnostico di Tommaso che in quello di Filippo. In quest’ultimo addirittura la Maddalena è indicata esplicitamente come la compagna di Gesù, dando a intendere che potrebbe essere stata Sua moglie…

Secondo molti studiosi se davvero Gesù fosse stato sposato, non ci sarebbe nulla di strano visto che era un Rabbi, un Maestro, ruolo che in base alla Legge ebraica imponeva a chi lo ricopriva di avere moglie e figli. Ma in questo caso verrebbero a decadere sia la sua presunta divinità – Egli sarebbe dunque un profeta, come asseriscono gli ebrei e gli islamici – sia l’Immacolata concezione della Vergine Maria sua madre…

Inoltre non si deve dimenticare che sia San Pietro che San Paolo avevano una visione molto riduttiva della figura femminile, tipica degli uomini dell’epoca, per cui gli attacchi portati avanti dalla Chiesa nel corso dei secoli nei confronti delle donne che manifestavano un’intelligenza tale da superare gli uomini in pensieri e opere, venendo per questo etichettate in maniera dispregiativa con il termine di streghe, subendo persecuzioni e nefandezze da parte dell’Inquisizione culminanti con la morte sul rogo o per annegamento, erano riflesso di una cultura di stampo maschilista che identificava nella figura femminile un essere inferiore e peccaminoso da sottomettere al volere del maschio. Un po’ quel che accade oggi in molti paesi islamici di stampo fondamentalista…

Chi fosse davvero la Maddalena probabilmente non lo sapremo mai. È però certo, come dimostra la storia, che la sua presenza accanto a Gesù da sempre crea non poco imbarazzo alla Chiesa. Quello che è indiscutibile è che fu una donna con della qualità straordinarie tali da indurre il Cristo a sceglierla per comunicare al mondo la propria resurrezione!

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Vincenzo Giarritiello
Nato a Napoli, ma da oltre vent’anni residente a Pozzuoli, Vincenzo Giarritiello alterna all’attività di scrittore quella di giornalista per passione. Nel 1997 ha pubblicato “L’ultima notte e altri racconti” e nel 1999 “La scelta”. Nel 2017 ha ristampato “La scelta” e nel 2018 ha pubblicato il romanzo breve “Signature rerum” ambientato nei Campi Flegrei. Nel 2019 ha stampato “Le mie ragazze rom scrivono” e “Raggiolo uno scorsio di paradiso in terra”. Nel 2020 ha editato la raccolta di racconti “L’uomo che realizzava i sogni”. Ha pubblicato con le Edizioni Helicon il romanzo “Il ragazzo che danzò con il mare”. Ha collaborato con le riviste online “Giornalewolf.it” e “Comunicare Senza Frontiere”; con quelle cartacee “Memo”, “Il Bollettino Flegreo”, “Napoli Più”, “La Torre”. Fino al 2008 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi a Pozzuoli e all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Attualmente collabora con l’associazione culturale Lux in Fabula con cui ha ideato la manifestazione “Quattro chiacchiere con l’autore”. Nel 2005 ha attivato il blog “La Voce di Kayfa” e nel 2017 “La Voce di Kayfa 2.0”. Dal 2019 è attivo il suo sito www.vincenzogiarritiello.it
http://www.vincenzogiarritiello.it

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