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Il magico, il rituale e la logica combinatoria in Giovanni Battista Della Porta. III Parte

Non si capisce dunque come mai un autore come Della Porta sia stato molto spesso frainteso o persino deriso  e solo recentemente rivalutato nell’ambito di quel che si dice,senza per questo dargli meriti che non ha, cioè nell’ambito dell’Umanesimo rinascimentale e nell’ambito dell’Umanesimo rinascimentale napoletano.

Fuori da questo contesto, è in un’ottica a posteriori che noi rischiamo di non valutare i meriti che Della Porta ha soprattutto in due ambiti di ricerca come l’Ottica e il Magnetismo, di cui fu il primo e concordemente riconosciuto pioniere prima e accanto, vedremo, di Galileo e Keplero. E’ in questo contesto che nasce la sua opera principale La magia naturale, ovvero dei miracolosi effetti prodotti dalla natura,, nelle due edizioni del 1558 e 1589.

In una saggio davvero seducente Maurizio Torrini, (Dal naturalismo alla rivoluzione scientifica,filosofia e scienza a Napoli tra XVI e XVII secolo.Storia e civiltà della Campania. Electa.1994) riconduce la questione nell’ambito del Rinascimento napoletano ciò che Eugenio Garin non riesce a capire: come fa a coesistere nella stessa Accademia, quella dei Lincei, uno scienziato archimedeo come Galileo con un eclettico come Della Porta? Cosa che tra l’altro sottolinea anche Vasco Ronchi, il più grande studioso di ottica del Novecento, ma individuandone le cause: siamo in ambito mediterraneo cioè di sottili arie spagnole, arabe e mistico-algebriche. Ma forse che Galileo,Keplero, Newton non erano sedotti da un universo cosmo ancora sostanzialmente sconosciuto e misterioso?In cui si avanzavano viaggi a dir poco spericolati e fantascientifici in quell’Universo che andava rivelando non solo parte della sua Magia ma addirittura della sua Complessità: Giordano Bruno, Campanella, Keplero, Newton erano completamente soggiogati da quest’idea di un Dio che rivela per intero la sua potenza in una complessità fisico, matematica e naturale. E’ il caso di ricordare che l’Orlando Furioso di Ariosto si muove alla corte di Ercole d’Este in un romance che vede scorrere i cavalieri crociati, le saghe popolari e mitiche di Eroi fuori  del tempo, alla scoperta dell’Universo terrestre e celeste?

In realtà prima della separazione tra concezione magica e rinascimentale, scientifica e poi  tecnologica dell’età moderna, tutte queste realtà di cognizione coesistevano in un confronto del tutto naturale e legittimo. Si sa che l’aristotelismo archimedeo di Leonardo si scontrò con il neoplatonismo di Buonarrotti tanto che il circolo neoplatonico fiorentino indusse il primo a cambiar aria prima a Milano e poi a Parigi. Si sa della polemica tutta matematica e fisica tra la concezione meccanica e ingegneristica, riconducibile alla scuola del matematico fiorentino Nicolò Tartaglia, maestro di Galileo Galilei e la concezione neoplatonica e neopitagorica, astratta, di Keplero. Di questa scissione epistemologica se ne sentono ancora oggi gli effetti. Tanto che per noi adesso non è più paradossalmente possibile unificare il campo di forze secondo la Teoria della Relatività e secondo la Teoria Quantistica ed Elettroquantistica. Lì dove rinasce il confronto e la biforcazione è di nuovo dentro l’abbandono di un campo comune di ricerca non dogmatico: l’effetto corpuscolare o ondulatorio della luce ancora oggi magicamente ci interroga sul come sia possibile che la materia appaia una volta come particella , come quantità lineare, una volta come interferenza di pacchetti di onde, come qualità probabilistica.

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Vincenzo Crosio
Vincenzo Crosio è nato a Napoli nel ‘50. È scrittore, poeta, saggista. È stato rettore del Seminario teologico politico di Salsomaggiore Istituto Sobozan, Fudenji. insegnante relatore all'Istituto Filosofico di Napoli, specializzato nella Interpretazione dei testi antichi tra Oriente ed Occidente. È stato editorial board di Scienze e ricerche, su cui ha pubblicato saggi di epistemologia semantica, antropologia e filosofia, tra cui importantissimi contributi sulla civiltà della Campania antica e dei Campi Flegrei.

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