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Procida: l’isola di Arturo | I luoghi dell’amore in Campania

Procida dista trenta minuti di traghetto dalla vicina Pozzuoli, eppure questo breve tratto di mare separa due realtà distinte e lontane. Un’isola è un mondo a sé, con i suoi ritmi e le sue abitudini, mai definizione fu così calzante, come nel caso di Procida.

Piccola e colorata, conserva intatto il suo istinto selvaggio e selvatico, che la rende per certi aspetti dura e scostante, ma di infinita bellezza. Una donna con un abito talvolta fuori moda, ma dai tratti del volto rari ed indefiniti. Procida si fa amare solo da chi ne comprende l’essenza, il turista alla ricerca di distrazioni e vita mondana, si tiene lontano da un mosaico imperfetto e va altrove.

Non vi sono grandi yacht di lusso, i traghetti si affiancano alle barche da pesca, ai gozzi locali e non vi sono grandi vie per lo shopping. I negozi sono piccoli, a volte stracolmi di oggetti, i bar offrono la famosa lingua procidana, una pasta sfoglia ripiena di una deliziosa crema al limone. Accanto ad un cappuccino che guarda il porto ed il suo lento via vai, questo dolce appare ancora più buono.

Le viuzze sono strette e talvolta offrono meravigliose sorprese architettoniche, giardini inaspettati e panorami straordinari. È un microcosmo lento, fatto di tanti tasselli, ed in questo viaggio, si può davvero imparare qualcosa di nuovo e diverso.

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Simona Nadalin Zanon
Laurea magistrale in Lettere Moderne, guida turistica della Regione Campania, lavora in un'agenzia marittima napoletana. Si occupa di incoming, di tours e transfer nell'ambito del territorio campano.

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