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Laura D’Oriano: la storia della spia originaria di Pozzuoli, unica donna condannata a morte d’Italia

Aveva trentadue anni quando fu fucilata. Era il 16 gennaio del 1943. A Roma gli uomini della Milizia non esitarono ad eseguire la sentenza emessa dal tribunale. Laura D’Oriano espresse il desiderio di morire guardando il plotone di esecuzione. Hanno parlato della vicenda D’Oriano studiosi e scrittori. Nel 2011 History Channel di Sky ha trasmesso un docu-film a lei dedicato.

La giovane donna fu condannata a morte per spionaggio militare. Ed è l’unica donna condannata a morte con sentenza eseguita dall’unità d’Italia in poi.

La vita di Laura

La sua storia e quella della sua famiglia sono complesse. Laura nacque a Costantinopoli il 27 settembre del 1911. Il papà Policarpo era un musicista di Pozzuoli. A Pozzuoli D’Oriano è tra i cognomi più diffusi. Policarpo da anni girava per l’Europa e a Smirne, città sulle coste della Turchia, sposò una ragazza maltese, Aida Caruana. A causa del lavoro del padre la famiglia viaggiò molto e Laura imparò ben cinque lingue. Non appena le fu possibile abbandonò la famiglia e raggiunse Parigi con la speranza di intraprendere la carriera di cantante, la sua passione. Nella capitale francese sposò Emil Fraunholz, cittadino svizzero. Da Emil ebbe due bambine ed acquisì la cittadinanza svizzera. Con la famiglia si trasferì a Nizza ma nel ’35 abbandonò marito e figlie e ritornò nella capitale francese in cerca di fortuna. Da allora non rivide più le due figlie.

La Seconda Guerra Mondiale

In giro per la Francia incontra Daniel Pètard e Simon Contini, spie dell’intelligence francese e inglese. Nel settembre del 1939 scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Nel frattempo la Francia era stata invasa dai nazisti (1940): il nord era direttamente controllato dai tedeschi, mentre il sud, dove viveva la D’Oriano, il cosiddetto Governo di Vichy era sotto il controllo politico tedesco.

Iniziano le missioni

Laura Fantini fu uno dei tanti nomi che assunse come spia. La D’Oriano fu prima a Parigi e poi a Bordeaux, sulla costa Atlantica, per spiare i movimenti dei sommergibili nella base navale. Ma la complessa e delicata struttura di spionaggio, probabilmente gestita direttamente dall’Inghilterra, organizzò una missione su misura della donna italiana: spiare il movimento delle navi nei porti di Genova e Napoli. In Italia Laura si poteva muovere e mimetizzare con più facilità.

Lo spionaggio

Frasi cifrate per le cartoline, inchiostro “simpatico” per le lettere. La corrispondenza era il principale canale usato dalle D’Oriano e dai suoi collaboratori. La posta, prima di arrivare al destinatario, faceva un lungo ed articolato viaggio tra l’Italia e la Francia con lo scopo di raggirare i controlli. Il compito di Laura era avvicinare nei mezzi pubblici o nei locali marinai, militari, lavoratori del porto e avere da loro le informazioni sui movimenti delle navi militari e civili.

Il controspionaggio

Ma l’Italia non stava a guardare. Il capitano dei carabinieri Ettore Saraco già da tempo seguiva le spie inglesi e francesi. Attendeva solo il momento opportuno per bloccarle quando nella rete poteva catturarne il maggior numero possibile. I Carabinieri attendevano lo sbaglio per agire. I pedinamenti erano costanti. Laura fu osservata più volte muoversi tra Napoli e Roma.

L’ultimo Natale

Fu il principale errore di Laura. Nel freddo inverno del 1941 decise di fare visita alla madre che da qualche tempo si era trasferita a Roma. Trascorse con lei il Natale prima di partire per l’ennesima missione a Napoli. Il 26 dicembre fu fermata e costretta a scendere alla stazione di Littoria, come un tempo si chiamava Latina. Fu portata nel carcere delle Mantellate, un’ala del Regina Coeli e poi a Torino.

Policarpo

Il papà si impegnò per la liberazione della figlia. Provò a trovare tutti i possibili cavilli legali per impedire a Laura la morte. Policarpo D’Oriano chiese anche l’intervento del governo svizzero, stato di cui Laura aveva il passaporto. Purtroppo il papà non riuscì a trovare un avvocato e si dovette accontentare di un legale d’ufficio.  Intanto la guerra per l’Italia non procedeva come aveva previsto Mussolini. Il regime fascista era in grosse difficoltà e bisognava dare delle risposte forti per provare a fermare – o rallentare – la sconfitta.

Il processo

Il processo fu affidato al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, un organo fascista che agiva applicando le leggi di guerra. Il processo iniziò il 15 gennaio del 1943 a Roma e si concluse in quella stessa giornata. I giudici valutarono anche il livello di pericolosità della D’Oriano in base all’importanza delle informazioni che aveva trasmesso al nemico. La sentenza: condanna a morte per fucilazione. L’esecuzione sarebbe avvenuta il giorno dopo.

L’ultimo giorno

La sequenza dell’ultimo giorno – il 16 gennaio 1943 – di Laura D’Oriano fu questa: ore 6.15, confessione con il sacerdote; ore 7.00 fu davanti al plotone di esecuzione; ore 7.07 esecuzione. La fucilazione fu eseguita dalla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

La sepoltura

Laura fu sepolta in una fossa comune. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e dopo alcuni anni di ricerche, il padre la ritrovò e fece tumulare il corpo nel cimitero del Verano a Roma. Policarpo espresse il desiderio di essere sepolto accanto alla figlia. La sua morte avvenne nel 1962. 

La narrazione

È annoverata tra le donne più pericolose della Seconda Guerra Mondiale. È inserita nell’elenco delle donne a servizio dell’intelligence. È stata paragonata a Mata Hari, la spia che fu condannata a morte durante la Prima Guerra Mondiale. Su Laura D’Oriano si sono scritti libri e pagine della storia dello spionaggio. Nel 2010 è stato presentato il docu-film “Laura D’Oriano – fascicolo 11936” di Andrea Adolfo Bettinetti prodotto da Quattroterzi e Istituto Luce. La protagonista è stata interpretata dall’attrice Valentina Carnellutti. L’anno successivo il film è andato in onda su History Channel di Sky ed ha fatto il giro del mondo. Mimmo Franzinelli è l’autore del libro “Guerre di spie” pubblicato da Mondadori.

Il trailer del film e alcune immagini di libri sul “Caso D’Oriano”

Quello che resta

Difficile dire se Laura fu una traditrice della Patria o un’eroina antifascista. Fino ad oggi non è emerso nessun documento che accerti il motivo per cui la D’Oriano abbia scelto di diventare una spia e schierarsi con i francesi e gli inglesi contro l’Italia e la Germania. Fu una scelta dettata da motivi economici? Forse.

Quello che è stato il “caso” Laura D’Oriano appartiene alla sua vita; una vita che si è intrecciata con la storia d’Europa e del mondo. Resta un mistero capire la personalità di una donna e madre che sceglie una vita pericolosa e accetta dignitosamente la morte. È forse proprio nella personalità di Laura che si nasconde la scelta di diventare spia contro l’Italia. Un mistero che resterà tale e che è morto con lei nel mattino del 16 gennaio del 1943.

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Ciro Biondi
Giornalista, scrive prevalentemente di attualità, sociale, cultura, turismo e ambiente. E' responsabile dell'Ufficio Comunicazione della Caritas Diocesana di Pozzuoli. Ha collaborato con quotidiani e periodici. E’ specializzato in comunicazione sociale e istituzionale. Si è occupato di uffici stampa ed è presidente dell'associazione di promozione sociale Dialogos. Con le scuole e le associazioni promuove incontri su legalità, volontariato, solidarietà tra i popoli, dialogo tra le religioni e storia. E' laureato in Lettere con una tesi in Storia Medievale. E' docente di scuola statale secondaria di secondo grado. Ha ottenuto vari riconoscimenti per l'attività giornalistica. Per il suo impegno sociale, culturale e professionale nel 2013 il Capo dello Stato lo ha insignito dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica.
http://www.cirobiondi.it

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