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Paesaggi incantati sotto il mare dei Campi Flegrei (seconda parte)

Il mare è il grande serbatoio della natura, è dal mare che il globo è, per così dire, incominciato e chissà che non finisca in lui! 
Jules Verne, 1870.

Il 21 settembre ho pubblicato un articolo dedicato ai paesaggi sottomarini dei Campi Flegrei, oggi voglio parlarvi delle specie più significative che popolano i nostri magnifici fondali.

Già nell’articolo precedente ho citato il testo “Luce nel golfo” che ha come sottotitolo: considerazioni sulla pesca e gli ecosistemi del Golfo di Napoli che ha fornito la base per questi due articoli. (puoi leggerlo quì).

Il lavoro mette in risalto l’importanza della conservazione del nostro mare, che è una delle aree a più vasta biodiversità del Mediterraneo.

Fino a qualche decennio fa si riteneva che il mare fosse in grado di fornire cibo per tutti ma, purtroppo, una scellerata gestione delle risorse marine ha impoverito i nostri fondali.

La pesca non è solo uno sport ma è una risorsa importantissima, fonte di sostentamento per molte famiglie. La tradizione della pesca è fortemente consolidata nei nostri territori.

I pescatori, da generazioni, hanno imparato a conoscere i fondali, le abitudini di vita e i periodi di riproduzione degli organismi marini.

Già nel precedente articolo ho parlato delle oasi sottomarine. Il mostro mare è popolato di Banchi e secche. I disegni che forniscono interessanti informazioni sulla profondità e sulla flora e fauna che abita il luogo. Il nome a Banchi e Secche è stato attribuito nel tempo dai pescatori.

La mappa realizzata dal Dott. Andrea Travaglini, conservatore delle Collezioni Zoologiche dell’Istituto Anton Dhorn.

Per conoscere gli organismi che popolano i fondali del Golfo di Napoli basta guardare i disegni realizzati dal Gianluca Treglia e Andrea Travaglini della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Banco di Capo Miseno (detta dai pescatori Secca di Miseno).

Posizione: circa 2,5 km da Capo Miseno.
Profondità: min 26 mt, max 50 mt.

Vegetazione: Posidonia, ventagli di mare, gigli di mare.
Pesca: polpi, aragoste, sorfani, murene.

Banco di Penta Palummo (anticamente Biondo Palomba).

Posizione: a sud dell’isolotto di Nisida, ad una distanza di circa 2,226 km.
Profondità: min 42 m, max 80 mt.

Vegetazione: Corallo rosso, penne di mare, spugne axinelle.
Pesca: polpi, seppie, calamari, astici, aragoste, magnose (cicale di mare), triglie di fango e di scoglio, scorfani, gronchi, murene.

Secca di Ischia (anticamente Piano dell’Armaggio).

Posizione: un poco al largo, dal lato sud-orientale, dell’isola di Ischia, a circa 2,5 km da punta San Pancrazio.
Profondità: min 25 m, max 100 mt.

Vegetazione: Posidonia, Corallo rosso, trine di mare.
Pesca: aragoste, triglie di fango e di scoglio, gronchi, murene.

 

Banco o secca di Pozzuoli 

Posizione: Nel centro del Golfo di Pozzuoli a 4,5 km da Baia.
Profondità: min 55 mt, max 70 mt.

Vegetazione: cerianti, patate di mare, stelle pwttine marine.
Pesca: cappesante, granceole, scorfani, saraghi, cefali, triglie.

Banco, secca o scogli di Nisida

Posizione: a sud dell’isolotto di Nisida, a sud-ovest da Capo Posillipo.
Profondità: min 70 m, max 100 mt.

Vegetazione: Ventagli di mare,spugne Axinelle, limoni di mare, patate di mare.
Pesca: polpi, aragoste, gronchi, murene, spigole, saraghi, salpe, boghe (comunemente chiamate vope).

Secca della Gaiola

Posizione: Tratto di mare prospiciente Capo Posillipo.
Profondità: min 2,5 m, max 30 mt.

Vegetazione: Limoni di mare, patate di mare, falso corallo.

Fauna marina: Castagnole, donzelle, ricci di mare, polpi, stelle marine rosse, granchi facchino.
Pesca: vietata.

Stazione Zoologica “Anton Dohrn”

Situata nella Villa Comunale (tra via Caracciolo e la Riviera di Chiaia)

Ora consentitemi di scrivere due parole sulla Stazione Zoologica di Napoli, fondata dal medico e zoologo Felix Anton Dohrn nel 1875, un’istituzione scientifica ed ente di ricerca situata in Villa Comunale.

Comprende l’acquario più antico d’Italia con circa trenta vasche con oltre duecento specie marine di animali e vegetali, la maggior parte delle quali provengono dal Golfo di Napoli.

Periodicamente ospita diverse tartarughe marine recuperate ferite in mare che, dopo essere curate,  vengono reintrodotte nel loro originario habitat, principalmente della specie Caretta caretta.

Nella Stazione Dohrn si svolgono ricerche nel campo della biologia e della oceanografia, nei campi della biochimica, biologia molecolare e cellulare, neurobiologia e neurofisiologia oltre ai vari rami dell’ecologia.

La Stazione ha in dotazione la Vettoria, una nave di ricerca appositamente studiata per operare campionamenti del mare nel campo della biologia ed ecologia marine.

L’uso del materiale utilizzato per l’articolo è stato autorizzato dagli autori.
  • La fotografia in copertina dr Italo Nobile (Tecnosub)
  • La mappa dr Andrea Travaglini
  • I grafici e le altre immagini dr Gianluca Treglia e dr Andrea Travaglini.
Ringrazio sentitamente il dr. Andrea Travaglini, Conservator of Zoological Collections, per la disponibilità nel fornire il materiale e procurare tutte le autorizzazioni per l’uso del materiale dell’articolo.
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Anna Abbate
Archeologa, consulente informatica e web design freelance. Nata a Napoli, si occupa dal 1971 di Information Tecnology dopo essersi formata alla IBM come Analista Programmatore. Dopo una vita vissuta nel futuro ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Divide il suo tempo tra la passione per l’informatica e la ricerca storica. Con alcuni amici archeologi ed antropologi ha fondato nel 2011 il “Gruppo Archeologico Kyme”, associazione di promozione sociale, della quale attualmente è presidente, organizzando giornate di valorizzazione e promozione del patrimonio storico-archeologico e delle tradizioni dedicate soprattutto alle scuole. Si occupa, in particolare di Napoli e del territorio flegreo. Ha pubblicato i libri "Da Apicio... a Scapece (Valtrend Editore, 2017), "Biancomangiare... il Medioevo in tavola" (Valtrend Editore, 2018).

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