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Paesaggi incantati sotto il mare dei Campi Flegrei

Parliamo tanto della natura dei Campi Flegrei. Un ecosistema che include macchia mediterranea, alberi di alto fusto, colline, vulcani, litorale sabbioso, e costiera di scogli, giacimenti termali. Abbiamo veramente tutto.

C’è tanto da raccontare. Siti archeologici che raccolgono un periodo storico di almeno 3000 anni.

Abbiamo oasi naturalistiche quali gli Astroni, Monte Nuovo, la Foresta Regionale e Monte di Cuma.

Ma abbiamo anche altrettante oasi di vita sottomarina.

Il Golfo di Napoli e la costa flegrea racchiudono paesaggi sottomarini che hanno differenti fisionomie e offrono scenari formate da distese sabbiose, montagne sommerse, scogli ognuno con caratteristiche diverse e con una biodiversità specifica.

A rendere questo tratto di mare ricco di specie vegetali ed animali è proprio la diversità dei fondali.

Le depressioni rocciose dei fondali sono quello che resta di diverse eruzioni vulcaniche che sono avvenute nel corso dei secoli sotto il mare e dall’erosione della correnti marine.

Questo paesaggio sottomarino crea delle vere oasi dove ferve rigogliosa la vita ricca di colori e di una varietà di organismi.

Queste elevazioni marine, chiamate comunemente “secche” sono invece suddivise in “Banchi”, “Secche”, “Scogli profondi”, Canyon sottomarini a seconda della loro altezza, estensione od origine.

I “Banchi” sono piattaforme in leggera pendenza, che, se pericolose per la navigazione vengono definite “Secche“, gli “Scogli profondi” sono scogli isolati tra loro e non sono pericolosi perchè visibili a distanza., i “canyons sottomarini“, sono corridoi ripidi e profondi con pareti alte sino a 100 m incisi nelle piattaforme continentali.

Sono ben 54 i siti sottomarini dove è possibile fare immersioni tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Pozzuoli.

In questo articolo ne elenco solo alcuni ma parlerò in un prossimo articolo della flora che ricopre i fondali e delle tante specie animali che lo abitano.

I Banchi: 

Banco di Penta Palummo, tra l’isolotto di Nisida e Capo Miseno a circa 2,5 km.

Detto anche secca di Benta Palummo e Biondo Palomba è una roccia di origine vulcanica che occupa una larghezza di 1,7 km per una larghezza di circa 3 km per una profondità che va dai 65 agli 80 metri. I picchi più elevati hanno una vegetazione molto rigogliosa. E’ un’immersione impegnativa per le forti correnti anche se può riservare incontri davvero eccezionali.

Banco di Miseno. Parte di edificio vulcanico costituito da una grande falesia maggiormente erosa verso a sud/sud-est.  Grandi faraglioni insistono su un fondale posto a – 46/58 metri. La secca è a – 24,  i faraglioni sono una decina. Sparsi sulla secca e sul fango sono visibili reperti bellici affondati dopo la II guerra mondiale in queste acque: proiettili di mitragliera in nastri, grossi da cannone contraereo, razzi aria/terra, tutti pericolosamente ancora “attivi” quindi solo da osservare e non toccare!

Secca di Miseno. Centro Sub Pozzuoli.

 

Banco di Nisida. Tra la Secca della Cavallara e la Secca dei Mammelloni di Nisida, troviamo una grande formazione di origine vulcanica il cui top è posto a – 60 metri.
L’immersione permette di esplorare un fondale che presenta enormi scogli sparsi.
L’immersione, anche per la profondità del sito, è da considerare un’immersione impegnativa, ed è indicata pertanto per sub espertissimi e per la didattica e l’uso di miscele tecniche.

 

Secca della Gaiola. AMP di Gaiola si estende dalla collina di Posillipo giù per la discesa Gaiola sino alla zona marina, in parte sommersa, nei pressi dell’isolotto della Gaiola. Qui si possono osservare i resti delle opere murarie inerenti il sistema di peschiere della villa, famoso per i suoi murenai, e parte del giardino fronte mare, tutto inabissatosi a causa dei movimenti bradisismici che interessano anche tale zona.
Il sito si caratterizza anche per le sue biodiversità. Molti massi sono tana di grandi saraghi fasciati, mentre esposte alla luce solare, ciuffi bruni e rossi di alghe a foglia laminare spuntano da piattaforme tufacee.

Secca delle Fumose (Parco Archeologico dei Campi flegrei).  Area Marina Sommersa di Baia, “Zona C” ad una profondità di media tra i -16 e i -12 mt. Durante il percorso subacqueo tra i piloni del  Portus Julius, ricchi di flora e di fauna, s’incontrano fumarole attive per l’origine vulcanica di questa zona. Colonne di bolle gassose si sprigionano dal fondale ovunque si trovano depositi di zolfo.

 

 

Relitto e piattaforma di acquacoltura: A un miglio circa dal porto di Pozzuoli giace il relitto è di una piattaforma che produceva pesce di maricoltura affondata nel 2008 a causa di forte mareggiata e di un malfunzionamento dell’impianto di sollevamento e galleggiamento. La piattaforma rovesciata di 180° giace sul fondale tra i -40 e i -65 metri.  Nuvole di pesce stazionano intorno alle grandi colonne tubolari che costituiscono la struttura ottagonale.

L’immersione è consigliabile a veri esperti anche per la forte sensazione di giungere, dopo alcuni metri di acqua quasi sempre limpidissima, sull’enorme struttura che all’improvviso appare in tutta la sua maestosità.

Secca di Terra murata a Procida: A sud dell’isola di Procida, poco distante dalla grande falesia di Terra Murata, vi è un agglomerato di mammelloni (sono formazioni rocciose create dall’eruzione di magma relativamente denso o rigido) e massi di notevole grandezza. La profondità della secca va da – 11 a – 28  metri. La secca è piccola, infatti è possibile vederla tutta in condizioni di acqua limpida.

Il Canyon di Cuma

I fondali al largo tra Ischia e Ventotene sono incisi da Canyon profondi. Il più profondo è conosciuto come Canyon di Cuma, per una profondità di -800 metri circa, dove si raccoglie e sedimenta il materiale trasportato lungo la costa dai fiumi Volturno e Garigliano. Flussi di correnti favoriscono la formazione del Plancton necessario al nutrimento dei mammiferi marini. Per questo motivo, questo tratto di mare è frequentato da balene, capidogli e delfini ed è anche luogo di riproduzione di alcune specie di delfini quali la stenella e il grampo, infatti l’area è considerata “Habitat critico”.

Canyon di Cuma. Mappa delle profondità.

 

Pasquale Raicaldo. Pubblicato il 9 ottobre 2014. A bordo del Jean Gab, lo splendido veliero d’epoca di Oceanomare Delphis.

 

Ringrazio gli amici del Centro Sub Campi flegrei e del Centro Sub Pozzuoli che mi hanno consentito l’uso delle belle immagini che ho presentato e dei filmati.

Centro Sub Pozzuoli: Via Miliscola 191, Pozzuoli (Arco Felice) Napoli, Interno Lido Giardino Beach & Resort. Contatti: tel: 08118991982 cell. 3315008374 – 3349683787 mail: info@centrosubpozzuoli.it
web: http://www.centrosubpozzuoli.it/

Centro Sub Campi Flegrei: Via Miliscola, 165 presso Lido Montenuovo 80078 Pozzuoli (NA) – Italy. Contatti: Tel. +39 081 8531563 – Fax +39 081 8531563 – info@centrosubcampiflegrei.it – http://www.centrosubcampiflegrei.it/

Alcuni testi da “Luce nel Golfo” considerazioni  sulla pesca e gli ecosistemi del Golfo di Napoli  a cura di Flegra Bentivegna e  Andrea Travaglini edito dalla Provincia di Napoli e Stazione zoologica Anton Dohrn Napoli.

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Anna Abbate
Archeologa, consulente informatica e web design freelance. Nata a Napoli, si occupa dal 1971 di Information Tecnology dopo essersi formata alla IBM come Analista Programmatore. Dopo una vita vissuta nel futuro ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Divide il suo tempo tra la passione per l’informatica e la ricerca storica. Con alcuni amici archeologi ed antropologi ha fondato nel 2011 il “Gruppo Archeologico Kyme”, associazione di promozione sociale, della quale attualmente è presidente, organizzando giornate di valorizzazione e promozione del patrimonio storico-archeologico e delle tradizioni dedicate soprattutto alle scuole. Si occupa, in particolare di Napoli e del territorio flegreo. Ha pubblicato i libri "Da Apicio... a Scapece (Valtrend Editore, 2017), "Biancomangiare... il Medioevo in tavola" (Valtrend Editore, 2018).

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